Pubblicita'
Pubblicita'

Record di vendita dei Btp a 15 anni. Draghi prevede economia UE debole

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jan 16, 2019, 09:58 GMT+00:00

Record di ordini per i Btp a 15 anni, pari a 35 miliardi. Gli stranieri europei comprano il debito italiano mostrando fiducia. Mario Draghi al Parlamento UE ricorda che l'economia è debole.

Btp a 15 anni

Il Tesoro ha comunicato ieri sera (15 gennaio) i risultati sull’emissione del nuovo Btp a 15 anni. La prima tranche collocata ammonta a 10 miliardi di euro, ma è record di richieste perché sono arrivati ben 35 miliardi di ordini. Si tratta di un traguardo mai raggiunto prima dai Btp a 15 anni.

Ciò dimostra che i risparmiatori sono interessati a investire in Buoni del Tesoro Poliennali Btp, e che i momenti di calo di richiesta dei mesi passati erano dovuti alle incertezze sulla manovra economica 2019, e il rischio di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea che avrebbe complicato la situazione economica dell’Italia.

Collocati i Btp a 15 anni

Il titolo Btp a 15 anni scadrà l’1 marzo 2035, ed è stato collocato al prezzo di 99,609 che corrisponde a un rendimento del 3,41% (Dati: TeleBorsa). Il rendimento è vicino a quello preso come benchmark, che ha scadenza settembre 2033 e un rendimento del 3,23%.

A quanto pare a interessarsi dei nostri titoli di stato sono stati soprattutto gli investitori stranieri europei, i quali rappresenterebbero il 70% degli ordini totali effettuati.

Lo Spread Btp Italia – Bunda 10 anni

Controlliamo quindi l’andamento dello spread Btp Italia – Bund 10 anni.

L’ultimo rilevamento delle ore 10.49 mostra lo spread fermo a 260 punti base e in diminuzione di quasi due punti percentuali.

Ricordiamo che lunedì 14 gennaio il differenziale era salito a 269 punti base, per poi ridiscendere nella serata dello stesso giorno. Ancora in risalita il giorno 15 gennaio fino ai 267 punti base.

Mario Draghi: l’economia UE è più debole del previsto

Mario Draghi parla al Parlamento UE durante la sessione plenaria e fa una sorta di bilancio di inizio 2019, constatando come “gli sviluppi recenti dell’economia nell’Eurozona, sono stati più deboli del previsto e le incertezze, in particolare connesse a fattori globali, restano prominenti”.

Non si può “abbassare la guardia” avverte il presidente della Banca Centrale Europea (BCE), parlando ai membri del parlamento europeo ed elogia il ruolo fondamentale degli europei con queste parole.

“Oggi possiamo dire che l’area euro è uscita da una crisi così grave che ha minacciato più volte la sua stessa esistenza. Siamo fuori, prima di tutto per la resilienza, l’energia, la capacità imprenditoriale dei cittadini europei, e per la loro fiducia nell’impegno dei loro leader per l’euro”.

Chiama quindi i politici europei e nazionali, a un “impegno permanente” per sostenere la crescita dei Paesi.

Recessione o flessione? Le parole di Mario Draghi

A proposito dei dati macroeconomici europei che sembrano indicare una fase di recessione dell’economia europea, il presidente della BCE afferma:

“Siamo di fronte a una flessione o a una recessione? La risposta è no, è un rallentamento, che non va verso una recessione ma che potrebbe durare più di quanto previsto in precedenza”.

A causare il rallentamento, spiega Draghi, le incertezze geopolitiche che arriverebbero, secondo il suo parere, a mettere “in questione i pilastri dell’ordine costruito dopo la Seconda Guerra Mondiale”.

L’indipendenza della BCE

Mario Draghi sottolinea quanto sia importante che la BCE resti sempre indipendente come lo è oggi, perché la sua indipendenza dagli stati UE le consente di praticare una “politica monetaria efficace”, così che la BCE può intervenire rapidamente in caso di choc economici.

Una stoccata a chi dice NO all’Euro

Approfittando della presenza al Parlamento europeo delle varie anime politiche nazionali, Draghi si rivolge a chi dice NO all’euro:

“Sono stati fatti paragoni rispetto ad alcune parti del mondo, rispetto a come prima dell’euro il mondo fosse fantastico. Il mondo non era fantastico, per niente, prima dell’euro… specialmente per i Paesi che più si lamentano oggi dell’euro”.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

Pubblicita'