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Emerging markets, investire in Asia ex Cina con i fondi

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Fabio Carbone
Pubblicato: Oct 6, 2024, 05:59 GMT+00:00

Emerging markets, ecco come investire in Asia (anche ex Cina), in Africa e negli altri mercati emergenti, con l'ausilio dei fondi attivi.

Emerging markets

In questo articolo:

Gli emerging markets, cioè i mercati emergenti, sono oggetto di molta attenzione da una parte degli investitori interessati a trovare nuove opportunità di investimento lì dove si segnala una maggiore crescita potenziale nel presente e nel futuro.

L’Asia in particolare, è il continente dove da diverso tempo si concentrano gli investimenti di numerosi investitori occidentali che hanno visto i passi enormi compiuti da varie nazioni del continente.

La Cina è stato il centro di questo interesse, ma almeno dal 2017 cresce tra gli investitori l’interesse per gli altri paesi asiatici e delle regioni Africa e LatAm. Infatti si parla sempre più di fondi ex Cina, cioè fondi di investimento attivi dedicati ai paesi emergenti, ma che escludono parzialmente o totalmente la Cina.

E da qui parte il nostro approfondimento sugli emerging markets ex Cina, per scoprire meglio come investire nei mercati emergenti globali.

Emerging markets ex Cina

Da 2017 al 2024 le strategie dedicate ai paesi emergenti ex Cina sono aumentate da 3 a quasi 50, scrive abrdn presentando la ridenominazione del suo fondo abrdn SICAV I – Emerging markets sustainable equity fund, in abrdn SICAV I – Emerging markets ex China equity fund.

Secondo la società inglese abrdn, infatti, i mercati emergenti arriveranno a pesare per il 50% della crescita globale entro il 2050. Dunque si comprende l’interesse degli investitori occidentali per quei continenti fino a ora poco considerati in termini di investimenti redditizi.

In particolare l’interesse si sta concentrando sugli emerging markets ex Cina. Cosa vuol dire? Wellington Management ha messo a confronto l’andamento dei mercati azionari dei mercati sviluppati, (Europa, Giappone, USA) con i mercati emergenti (Cina e gli altri), e ha verificato che i mercati emergenti al di fuori della Cina presentano correlazioni più marcate con i mercati sviluppati che con la Cina.

Come mai sta avvenendo questa separazione nei rendimenti? Secondo l’analisi di Wellington ciò è dovuto alle scelte di politica economica adottate negli ultimi anni dalla Cina. Tra cui la politica della “prosperità comune” e le altre misure introdotte nel mercato interno come il controllo della leva finanziaria.

Tali scelte stanno decorrelando la crescita della Cina rispetto agli altri paesi emergenti.

Da qui nascono le scelte degli asset manager di separare esposizioni degli investitori, per creare fondi comuni di investimento dedicati ai paesi emergenti e altri dedicati alla sola Cina.

Ovviamente è solo una delle strategie possibili, poiché sono comunque presenti fondi di investimento comune che investono contemporaneamente in Cina e negli altri paesi emergenti.

La suddivisione dei mercati emergenti in gruppi ex Cina

Ancora Wellington ha sviluppato dei “cluster” distinti in cui ha incluso diversi paesi emergenti. Dopo una analisi condotta su dati che partono dal 2010, l’asset manager ha individuato 7 diversi gruppi di nazioni ex Cina:

  • Quartetto Asean: Indonesia, Malesia, Filippine, Thailandia;
  • Principali paesi asiatici: India, Corea del Sud, Taiwan;
  • Latino America e Africa: Brasile, Cile, Colombia, Messico, Perù, Sudafrica;
  • Paesi emergenti europei: Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Polonia;
  • Medio Oriente: Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti;
  • Turchia;
  • Egitto.

Turchia ed Egitto presentano caratteristiche e profili distinti rispetto alle regioni in cui si inseriscono, ed è per questo che sono state considerate appartenenti a gruppi a se stanti.

Il peso dei cluster all’interno dei mercati emergenti, Cina inclusa

Per comprendere il peso dei singoli gruppi, prendiamo come riferimento l’interno mercato dei paesi emergenti, Cina inclusa.

India, Taiwan e Corea del Sud rappresentano il 60%, mentre la Cina si ferma al 31%. La suddivisione continentale/regionale, invece, vede l’Asia pesare per l’84%, l’America Latina per il 13% e l’EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) per il 3%.

La scomposizione per settori industriali

Altro aspetto importante dei mercati emergenti esclusa la Cina, riguarda i settori industriali presi singolarmente. Si è visto che quando si esclude la Cina, il peso si sposta molto sui titoli finanziari e sul settore tecnologico, mentre i beni di consumo voluttuari e le telecomunicazioni pesano molto meno.

Il settore delle materie prime, poi, pesa per il 18%, mentre la sanità e i servizi ai consumatori che dovrebbero beneficiare dello sviluppo interno dei paesi emergenti sono poco rappresentati quando si esclude la Cina.

Questo approfondimento ha portato alla conclusione che gli emerging markets ex Cina, sono più correlati al ciclo economico globale e dei mercati sviluppati che non ai driver di crescita specifici dei marcati emergenti, riporta Wellington nel suo studio.

Investire negli emerging markets ex Cina oppure no?

La conclusione a cui perviene lo studio del asset manager Wellington management è molto netto. Secondo loro gli investitori interessati ai mercati emergenti dovrebbero separare l’azionario cinese dall’azionario degli altri paesi emergenti.

I mercati emergenti a esclusione della Cina offrono potenzialità di rendimenti più elevati a fronte di un rischio nettamente inferiore rispetto alla Cina, scrive Wellington.

Di contro, la strategia dei mercati emergenti ex Cina deve tenere conto dell’elevata concentrazione settoriale (azioni tecnologiche e finanziarie pesano per il 50%), e della forte esposizione ai mercati sviluppati in termini di reddito.

Quali sono i fondi emerging markets ex Cina?

Giunti a questo punto, vediamo quali sono i fondi emerging markets ex Cina su cui l’investitore può diversificare il suo approccio ai nuovi mercati.

Abbiamo già citato il fondo di abrdn SICAV I Emerging markets ex China equity. Tale fondo investe nelle aziende dei consumi, della tecnologia, della transizione green e del reshoring. Lo sbilanciamento è però verso i tecnologici e i finanziari.

Fidelity Italia propone invece il fondo Emerging markets ex China fund A-ACC-EUR (NAV €11,80 il 4/10/2024), con una spiccata inclinazione verso i titoli tecnologici e finanziari quali Taiwan Semiconductor, Samsung, HDFC Bank, Kaspi JSC, ASML Holding.

BlackRock, ancora, propone l’Emerging markets ex-China fund in euro (NAV €73,89 il 4/10/2024). L’80% del patrimonio complessivo viene investito in titoli azionari la cui attività prevalente è nei mercati emergenti, Cina esclusa. Il fondo investe anche attraverso gli ADR (American depository receipt) e i GDR (Global depository receipt).

I rischi per chi investe nei mercati emergenti

Infine è opportuno considerare anche i rischi legati ai mercati emergenti. Alcune delle nazioni citate nei cluster, attraversano un periodo storico non certo semplice. La Turchia è alle prese con la caduta libera della sua moneta per via di scelte di politica monetaria discutibili e per una situazione politica poco chiara.

L’Egitto è a tutti gli effetti una dittatura e si ritrova, geograficamente, nel bel mezzo di una doppia crisi. Da una parte, infatti, c’è il dramma di una Libia di fatto non più unita; dall’altra parte c’è il rischio di una crisi regionale in Medio Oriente.

Taiwan è uno Stato “indipendente” a tempo, poiché la Cina rivendica la sua appartenenza. Nei prossimi anni potrebbe addirittura partire un’azione bellica per riportare Taiwan sotto il dominio cinese.

Indonesia e Filippine devono vedersela con lo strapotere cinese, che a più riprese ha fatto valere il suo maggior peso militare nei mari asiatici.

Concludendo

Per chi preferisce investire nei fondi attivi e gestiti, e vorrebbe esporsi agli emerging market ex Cina, c’è al momento una interessante possibilità di maturare ricavi nel medio e lungo periodo.

Nella propria scelta bisogna tenere conto della propria propensione al rischio e anche i costi proposti dai vari asset manager.

Per chi preferisce gli ETF, infine, citiamo l’iShares MSCI emerging markets ex China (EMXC) e il Matthews emerging markets ex China active ETF (MEMX).

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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