Investire nelle valute asiatiche è una opportunità, ma quali sono quelle più promettenti e a quali rischi bisogna guardare sul medio e lungo periodo?
L’Asia da decenni è l’area del mondo a più rapida crescita economica e di pari passo è andata crescendo la sua influenza sul palcoscenico mondiale. L’Asia, ha offerto e offre numerose opportunità di investimento, tra cui le valute nazionali a corso legale. Investire nelle valute asiatiche può essere un modo per diversificare il portafoglio e sfruttare le potenzialità di mercati emergenti e in rapida espansione.
Tra le valute asiatiche più importanti e promettenti troviamo lo yuan cinese (CNY) e la rupia indiana (INR). Queste valute rappresentano economie con grandi popolazioni, sviluppo tecnologico avanzato e una crescente classe media.
Anche se non possiamo mettere sullo stesso piano l’economia cinese e quella indiana, entrambi i paesi asiatici si stanno sviluppando in quei settori chiave che porteranno le rispettive economie a contare di più sul piano mondiale.
Di conseguenza anche l’influenza delle rispettive valute è destinata a crescere, grazie a maggiori scambi.
Da un punto di vista geopolitico stiamo assistendo a un chiaro posizionamento da parte dei due governi, quello indiano e quello cinese.
L’India in particolare si sta ponendo in una posizione di contemporanea apertura nei confronti dell’occidente e dei paesi BRICS+.
Così facendo, l’India intende sfruttare ogni relazione commerciale possibile per spingere la sua crescita e aumentare la sua influenza.
Tuttavia, bisogna evidenziare che per ora la rupia fatica a guadagnare una posizione di rilievo nello scenario mondiale. La prova ci viene fornita dal grafico EURINR degli ultimi 13 anni, in cui la rupia si è svalutata del 34,38% rispetto all’euro.
Nei confronti del dollaro USA (INRUSD) la svalutazione è ancora più evidente, negli ultimi 13 anni la valuta indiana ha perduto il 48,84%.
Il renminbi cinese riesce invece a tenere testa al dollaro statunitense, infatti la svalutazione negli ultimi 13 anni è stata soltanto del -7,39% (CNYUSD).
Le criticità qui sono dovute alla crisi immobiliare che il governo cinese sta tentando di superare, ma anche a una domanda interna che non cresce adeguatamente. La Cina è infatti ancora molto legata alle esportazioni, essendo essa la “fabbrica del mondo”.
Non giovano le restrizioni imposte negli ultimi anni ai grandi imprenditori e gruppi imprenditoriali tecnologici cinesi. Così come non giova la determinazione del governo cinese di occupare Taiwan anche con la forza.
Al netto delle criticità è utile osservare come il renminbi abbia acquisito forza negli ultimi 13 anni rispetto all’euro (CNYEUR), arrivando a un interessante +14,16%.
Oltre alle valute già citate, ci sono alcune valute che stanno emergendo come particolarmente promettenti nei prossimi cinque anni. Tra queste, il won sudcoreano (KRW), il baht thailandese (THB) e il dollaro di Singapore (SGD) si stanno distinguendo per la loro stabilità e le prospettive di crescita economica dei rispettivi paesi.
Il won sudcoreano, ad esempio, negli ultimi 13 anni è rimasto pressoché stabile rispetto all’euro (-0,49%) grazie in particolare alla forte ascesa della moneta tra il 2015 e il 2017.
L’economia della Corea del Sud è però molto legata all’esportazione delle nuove tecnologie. In particolare è Samsung ad aver garantito per alcuni anni una crescita sostenuta, ma l’indebolimento della domanda di smartphone potrebbe pesare sul medio e lungo periodo. Senza contare il rimpicciolimento di LG, società che ha dismesso sia la divisione smartphone che quella dei pannelli fotovoltaici.
Gli ETF legati alle valute asiatiche offrono un modo pratico per investire in questo settore. Gli ETF consentono di ottenere esposizione a un paniere di valute, riducendo il rischio di volatilità associato all’investimento in una singola valuta. Alcuni degli ETF più noti in questo ambito includono:
1. WisdomTree Chinese Yuan Strategy Fund (CYB);
2. Invesco CurrencyShares Japanese Yen Trust (FXY);
3. Market Vectors Indian Rupee/USD ETN (INR);
4. WisdomTree Dreyfus South Korean Won Fund (KRW);
5. CurrencyShares Singapore Dollar Trust (FXSG);
6. WisdomTree Dreyfus Emerging Currency Fund (CEW), che include una varietà di valute emergenti, tra cui alcune asiatiche.
Investire in valute asiatiche può offrire opportunità di crescita significative se ben studiate ma, come ogni investimento, comporta anche dei rischi che devono essere attentamente considerati. Ecco alcuni dei principali rischi associati a questo tipo di investimento:
Per mitigare questi rischi, gli investitori possono considerare l’utilizzo di strumenti di copertura, diversificare il proprio portafoglio e mantenere un approccio ben informato e cauto.
L’Asia, con la sua dinamica economica e la sua posizione strategica nel commercio globale, offre una serie di vantaggi per gli investitori interessati al trading sulle valute straniere. Ecco alcuni dei principali benefici che possono derivare dall’investire in valute asiatiche:
Investire in valute asiatiche può essere una aggiunta interessante a un portafoglio ben bilanciato.
Investire nelle valute asiatiche richiede una comprensione approfondita dei mercati finanziari della regione e delle dinamiche economiche globali. Con le giuste strategie e una diversificazione attenta, le valute asiatiche possono offrire opportunità uniche per gli investitori che cercano di espandere il proprio portafoglio e sfruttare le tendenze economiche emergenti. Come sempre, è fondamentale condurre ricerche approfondite e considerare il proprio profilo di rischio prima di effettuare qualsiasi investimento.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.