Il fondo Varde ci ripensa su Banca Carige, resta solo il fondo Blackrock come unica scialuppa di salvataggio per consentire al gruppo bancario ligure di portare tutti (o quasi) in salvo.
I commissari straordinari di Banca Carige nominati per risollevare le sorti del gruppo ligure non trovano acquirenti. Il fondo globale Värde di Minneapolis si defila dalle trattative per l’acquisizione della banca, dichiarando che non ci sarebbero le condizioni per presentare un’offerta vincolante nei tempi previsti. Lo riporta Teleborsa.
Le offerte vincolanti devono essere presentate entro il 5 di aprile e per ora solo il fondo Blackrock resta in partita. Il fondo da quasi 6 mila miliardi di dollari investiti in tutto il mondo, potrebbe davvero essere l’unica scialuppa di salvataggio per Banca Carige.
Intanto i commissari, rinnovati nel loro incarico il primo aprile scorso dalla Banca Centrale Europea fino al 30 settembre 2019, sono impegnati in attività di rilancio commerciale, rafforzamento patrimoniale e riduzione dei crediti deteriorati.
Nel caso il fondo Blackrock dovesse formalizzare la sua proposta, probabilmente il colosso statunitense interverrà con capitali terzi presi da un fondo gestito, non saranno fondi diretti Blackrock.
La scadenza per presentare proposta vincolante come ricordato è il 5 aprile, ma probabilmente sarà applicata una certa elasticità per consentire a Blackrock e altri partner potenziali di definire meglio la proposta. Presumibile che si slitti di qualche settimana, ma non oltre Pasqua.
A fine febbraio 2019, gli amministratori straordinari del Gruppo Banca Carige hanno pubblicato il Piano strategico 2019 – 2023 dal titolo “Riprendiamoci il Futuro”.
Il documento di 42 pagine è stato redatto appositamente per consentire a potenziali acquirenti di conoscere meglio Banca Carige.
Il piano strategico Carige verte su tre pilastri:
Alla banca ligure servono entro il primo semestre 2019, 320 milioni per rimborsare l’obbligazione subordinata Tier 2.
Il gruppo bancario deve assolutamente smaltire lo stock di crediti deteriorati NPE che incidono per 2,7 miliardi di euro. Per raggiungere l’obiettivo di un NPE ratio del 6,3% la banca deve cedere 2,1 miliardi di euro e ristrutturare per 0,7 miliardi di euro. L’NPE ratio del 2018 è del 22%.
Serve poi un aumento di capitale da 630 milioni di euro nel 2019 per raggiungere l’obiettivo di un profilo di rischio prudenziale che rientri nelle indicazioni SREP.
Sempre nell’ottica del rafforzamento gli amministratori prevedono di fare ricorso a nuove forme di finanziamento, quali le piattaforme di raccolta depositi.
Alla banca servono necessariamente fondi per coprire l’obbligazione subordinata in scadenza nel primo semestre 2019, ma anche per rimborsare il prestito ottenuto dalla BCE attraverso il programma TLTRO II (3 miliardi di euro) ed ancora i bond garantiti dallo Stato italiano che scadono tra il 2020 e il 2021 (rispettivamente: 2 miliardi e 0,5 miliardi di euro).
Per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2020 gli amministratori straordinario prevedono ovviamente dei risparmi sui costi del personale già contrattualizzati per il 2019 – 2020, pari a 30 milioni di euro e altri 10 milioni di euro da sottrarre alle spese generali.
Altri 10 milioni di euro deriveranno dalla chiusura di filiali e dalla esternalizzazione delle attività, ma anche dal contenimento dei costi.
Altri nove milioni deriveranno dai ricavi a seguito del rilancio commerciale.
In totale fanno 59 milioni di euro: pochi rispetto all’enormità dei miliardi di euro da restituire.
Tutti si affidano e sperano nel salvataggio Blackrock.
Qui il piano strategico Banca Carige.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.