Mentre il dollaro si muoveva in ribasso, la sterlina raggiungeva i massimi del 2016 dopo la pubblicazione degli ultimi sondaggi sulla Brexit, poco prima
Mentre il dollaro si muoveva in ribasso, la sterlina raggiungeva i massimi del 2016 dopo la pubblicazione degli ultimi sondaggi sulla Brexit, poco prima della chiusura di mercoledì. Gli ultimi dati registrano il vantaggio del fronte favorevole alla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea all’apertura dei seggi nella mattinata di oggi. Al contempo, la coppia EUR/GBP è scesa a quota 0,7666, perdendo 10 punti dopo aver raggiunto quota 0,800 level. Il sondaggio di ComRes, per il Daily Mail e per la ITV e di YouGov per il The Times mostrano un recente incremento dei voti favorevoli alla permanenza della Gran Bretagna nell’UE.
Il USD si è apprezzato sullo yen a seguito della relazione che la presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha tenuto innanzi al Congresso nella giornata di martedì. L’intervento è stato interpretato nel senso di un’esclusione di un innalzamento dei tassi di interesse degli Stati Uniti a luglio. Il relativo deprezzamento del dollaro, nonostante l’attrazione esercitata come valuta rifugio mentre si avvicinava il voto sulla Brexit, è in parte dovuto al tono ribassista che ha distinto la relazione tenuta dalla presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, innanzi al Congresso nelle giornate di martedì e mercoledì.
Durante la sessione europea di mercoledì, l’euro si è mosso in rialzo sulle sue principali controparti, mentre aumentava la propensione al rischio con gli investitori che si interrogavano sull’esito del referendum di giovedì nel Regno Unito.
Con la campagna referendaria che giungeva al suo ultimo giorno, il primo ministro britannico, David Cameron, ha dichiarato che, grazie all’appartenenza all’Unione Europea, la Gran Bretagna ha accresciuto la sua potenza diplomatica ed economica, appellandosi a quanti sono favorevoli alla permanenza del paese nell’UE.
L’euro è stato, inoltre, sostenuto dal tono da colomba che ha distinto la relazione semestrale tenuta dalla presidente della Fed, Janet Yellen, innanzi alla Commissione del Senato per le Banche nella giornata di giovedì.
Gli investitori hanno, poi, beneficiato dell’incremento del prezzo del petrolio. L’euro ha avuto un andamento altalenante durante la sessione asiatica, deprezzandosi contro lo yen e il franco svizzero e apprezzandosi contro la sterlina. La moneta unica europea si è, infine, mossa in rialzo sul dollaro.
Contro il dollaro, l’euro ha raggiunto quota 1,1300, risalendo dai minimi degli ultimi 5 giorni di quota 1,1237. Quota 1,14 è considerata la prossima resistenza al rialzo.
Contro lo yen, la sterlina ha raggiunto quota 154,75, che rappresenta i massimi delle ultime due settimane.
Secondo JPMorgan, qualora la Gran Bretagna dovesse votare a favore della sua permanenza nell’UE, la sterlina toccherebbe gli 1,51 dollari, mentre il dollaro salirebbe a circa 108 yen. Al contrario, se dovesse vincere il fronte favorevole al recesso, JPMorgan prevede che la sterlina crollerebbe agli 1,32$, mentre il cambio dollaro/yen scenderebbe a quota 101.
A causa della Brexit, lo yen in quanto valuta rifugio dovrebbe muoversi fortemente in rialzo, accrescendo la probabilità di un intervento da parte delle autorità di politica monetaria nipponiche.
Lo stratega capo per il Forex della Mizuho Securities di Tokyo, afferma: “Se il cambio dollaro/yen scendesse al di sotto di quota 100 e lo yen si muovesse in forte rialzo sulle valute dei paesi emergenti e sulla sterlina, le autorità nipponiche potrebbero passare da un intervento puramente verbale a uno effettivo. Potrebbero intervenire perché non si tratterebbe più di accrescere la competitività del Giappone, ma di reagire a mosse del mercato anormali che minaccerebbero l’economia.”