Il Pil Italia al palo. L'Istat certifica la stagnazione dell'economia italiana. Dato curioso, l'occupazione sale nonostante la situazione critica dell'economia.,
Adesso lo certificano anche i dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), la stima preliminare del Pil Italia nel secondo trimestre 2019 è stazionario rispetto al trimestre precedente e “nei confronti del secondo trimestre del 2018”.
La crescita economica in Italia è quindi ferma e questo anche se il secondo trimestre del 2019 ha avuto una giornata di lavoro in più, rispetto al trimestre precedente e rispetto al secondo trimestre del 2018.
Questo il commento dell’Istat ai dati diffusi ieri sul Pil Italia:
“Nel secondo trimestre del 2019 è continuata la fase di sostanziale stagnazione dell’economia italiana che prosegue ormai dal secondo trimestre dello scorso anno (2018). Dopo il lievissimo calo registrato nella seconda metà del 2018 e l’altrettanto marginale recupero del primo trimestre, il Pil ha segnato nel secondo trimestre 2019 una variazione congiunturale nulla.
La stima preliminare qui presentata ha necessariamente natura provvisoria e si basa su una valutazione dal lato dell’offerta che indica cali dell’attività per l’agricoltura e per l’industria e un contenuto incremento per l’insieme del terziario.”
Per quanto riguarda il lato della domanda, il contributo della componente nazionale al lordo delle scorte e della componente estera netta, è nullo.
La prossima diffusione è prevista per il 31 ottobre 2019.
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Il grafico sottostante mostra come è variato il Pil Italia dal 2007 a oggi. Il grafico si riferisce al prodotto interno lordo espresso in valori concatenati.
Ancora l’Istat ci mostra un quadro curioso se confrontato con la situazione del Pil Italia. Sono stati resi noti i dati provvisori sugli occupati e i disoccupati riferiti al mese di giugno 2019.
Gli occupati, secondo i dati dell’Istat, sono stabili rispetto al mese di maggio 2019, con un tasso di occupazione che sale al 59,2% (+0,1% su base mensile). In generale il tasso di disoccupazione cala al 9,7% (-0,1%).
Se approfondiamo i dati, notiamo che l’occupazione delle donne cresce di 15 mila unità, mentre l’occupazione degli uomini diminuisce di 21 mila unità. Ciò significa che la stabilità è data dal bilanciamento tra ingresso di più donne nel sistema produttivo e dall’uscita degli uomini.
Guardando ai dati per fascia d’età, aumentano gli occupati tra i 15 – 24 anni di 10 mila unità, e aumentano gli occupati tra i 35 – 49 anni di 5 mila unità. Diminuiscono gli occupati tra i 25 – 34 anni di 4 mila unità e gli ultracinquantenni di ben 18 mila unità.
Altro fattore da tenere in considerazione, il numero di dipendenti cresce sia per i contratti a termine che permanenti di 52 mila unità complessive, mentre diminuiscono di molto gli indipendenti (- 58 mila unità).
Diminuiscono anche le persone che cercano una occupazione di 29 mila unità (-1,1%), persone che quindi rientrano nell’insieme degli inattivi.
La diminuzione colpisce sia le donne che gli uomini e tutte le fasce d’età, fa eccezione la fascia 25 – 34 anni.
Se guardiamo all’occupazione nel trimestre aprile – giugno 2019, la crescita è pari al +0,5%, ovvero +124 mila unità.
In questo periodo aumentano i contratti a termine e anche i contratti di lavoro dipendente permanenti, mentre calano gli indipendenti dello 0,2%.
Se prendiamo come riferimento l’anno 2019, anche in questo caso le stime forniscono una crescita dello 0,5% e un numero di occupati aumentati di 115 mila unità.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.