Oggi pomeriggio si decide la manovra economica 2018. Previsto un Consiglio dei ministri acceso ed incerto fino all'ultimo, anche se Di Maio assicura che Tria resterà al suo posto.
Nel pomeriggio romano di oggi 27 settembre, si riunisce il Consiglio dei ministri per discutere il documento di economia e finanza (Def) da presentare ad ottobre al parlamento. Di Maio annuncia che non ci sarà nessun rinvio che tutto si stabilirà oggi.
Il CDM sarà preceduto da un vertice di maggioranza allargato, dice Di Maio ai giornalisti da Bruxelles, in cui ci sarà il M5S la Lega il ministro Tria, Conte e i tecnici: una riunione speciale per fare le ultime valutazioni.
Di Maio rassicura anche che non c’è nessuna richiesta di dimissioni avanzata al ministro dell’economia Giovanni Tria, eppure dalla Lega, Riccardo Molinari ad Agorà su Rai 3, afferma:
“Se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro ministro dell’economia.”
Il vicepremier Luigi Di Maio continua a chiamare la manovra finanziaria “la manovra del popolo” che deve favorire gli ultimi e non “i potenti”. La manovra che redimerà l’Italia dal giogo “dei potentati che hanno mangiato sulla pelle degli italiani per anni.”
E questa manovra del popolo prevede il superamento della legge Fornero, un ennesimo ritocco al sistema pensionistico italiano, il reddito di cittadinanza.
Di Maio non è preoccupato di quello che i tecnici del ministero dell’economia dicono, secondo lui è chiaro che quando un governo inedito come quello gialloverde presenta così tanti elementi di cambiamento, “una parte dell’apparato rema contro”.
Bisogna andare oltre il 2% di deficit, spingersi al 2,4%. Il governo del cambiamento non si ferma davanti ai decimali, perché il paese ha bisogno di un segnale forte. Questa la linea perseguita dal M5S e che farà valere all’interno del consiglio dei ministri di questo pomeriggio.
Tria e i tecnici vorrebbero fermarsi all’1,9%, ma Di Maio è in contatto costante con l’altro vicepremier Matteo Salvini, il quale sembra essere in linea con il primo a proposito dei decimali di deficit in più. Non saranno quelli (i decimali) a condurre qualcuno a fare gesti eclatanti afferma Salvini.
Il deficit al 2,4% equivale a 27 miliardi di euro in più da spendere, ma significa anche un maggiore indebitamento dell’1,6% del Pil nazionale.
I tecnici sono preoccupati da quanto dirà Bruxelles sulla nostra manovra. Bisogna progettare una manovra di crescita che non crei dubbi sulla sostenibilità del nostro debito. Ma se si va oltre il 2% la combinazione non è possibile.
Non bisogna dimenticare che l’Italia è inseguita da uno spettro che si chiama aumento dell’IVA. Va avanti così dal 2011 e non riusciamo a liberarcene.
Tria assicura che questa volta le clausole IVA saranno sterilizzate, perché il governo è contrario ad un aumento della pressione fiscale, anzi, si lavora per diminuirla. A questo dovrebbe servire l’ampliamento del regime forfettario per le partite IVA.
Mentre Brunetta di Forza Italia confida nel ministro Tria e nel suo “rigore economico”, le altre opposizioni sono sul piede di guerra.
Il PD sta preparando un suo “contro Def” con sue proposte a favore della crescita degli italiani e pare che anche loro ora abbiano una specie di “reddito di cittadinanza” da contro proporre a quello del Movimento Cinque Stelle.
Un contro Def simbolico, che non ha i numeri e sarà bocciato in parlamento, così come la Corte Costituzionale ha appena bocciato anche il Jobs Act in riferimento alla norma che stabilisce il risarcimento in base agli anni di servizio. Ora i giudici dovranno decidere il risarcimento al lavoratore valutando la gravità del singolo caso: un vero e proprio girone infernale.
Il 10 ottobre la nota di variazione del Def inizierà il suo iter parlamentare a partire dal Senato. La data è stata stabilita dalla Conferenza dei capigruppo del Senato.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.