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OCSE. Rischio dai Corporate Bond: 13 mila miliardi in scadenza

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Feb 28, 2019, 09:29 GMT+00:00

L'OCSE avverte: grande rischio dal mercato dei Corporate Bond. Gli investitori mostrano minore propensione al rischio cone nel 2008.

Corporate Bond

Ci sono 13 mila miliardi di dollari USA di corporate bond nelle pance delle società private non finanziarie alla fine del 2018, il doppio rispetto al 2008. Un debito delle compagnie, perché di ciò si tratta, che cresce al ritmo annuale di 1,7 mila miliardi di UAS dal 2008 ad oggi, mentre dal 2000 al 2007 cresceva al ritmo annuale di 864 miliardi di USD.

A scriverlo nero su bianco l’OCSE nel rapporto “Corporate Bond Markets in a Time of Unconventional Monetary Policy”.

Secondo gli analisti è una minaccia che incombe sull’intera economia mondiale, perché quei corporate bond sono in scadenza da qui ai prossimi cinque anni.

Come mai ci sono così tanti Corporate bond in circolazione?

A seguito della crisi del 2007 – 2008, i governi dei singoli paesi in difficoltà hanno supportato il ricorso ai corporate bond per ridurre il rischio di fallimento delle aziende. Le politiche di espansione monetaria messe in campo sistematicamente dalle banche centrali, anche attraverso lo strumento del quantitative easing.

OCSE mette in guardia dai rischi

L’OCSE avverte che il mercato dei corporate bond è fortemente influenzato dallo sviluppo delle politiche economiche e ci sono vari rischi e vulnerabilità associati al mercato stesso.

Sono tre i punti chiave di cui tenere conto secondo l’OCSE:

  1. Crescita economica: In caso di una ulteriore decrescita dell’economia le società che hanno fatto ampio ricorso ai corporate bond per finanziare il proprio debito, ma hanno fatto pochi investimenti ed hanno un alto default rate, potrebbero amplificare la recessione dell’economia.
  2. Politica monetaria: anche se la maggior parte delle banche centrali recentemente hanno modificato l’uso delle misure straordinarie adottate negli ultimi dieci anni, la direzione della politica monetaria continuerà ad avere il suo impatto sulle dinamiche del mercato dei corporate bond.
  3. Debito sovrano: il debito sovrano, (il debito pubblico degli stati) segnerà un nuovo record nel 2019. Solo pochi giorni fa il numero uno della Federal Reserve (Fed) Jerome Powell si è detto preoccupato dal livello del debito pubblico in Usa che si troverebbe su “una rotta insostenibile”.

Il mercato dei Corporate bond cinesi cresce più di altri

In Cina il mercato dei corporate bond cresce rapidamente più che in altre aree geografiche.

Il livello dei corporate bond è cresciuto a ritmi vertiginosi dopo la crisi del 2008 toccando il record di 590 miliardi di USD nel 2016, ponendosi al secondo posto su scala mondiale. Da sottolineare lo spartiacque imposto dalla crisi del 2008, perché negli anni precedenti il ricorso a capitali esterni per finanziare il debito era trascurabile tra le aziende cinesi.

4 trilioni di dollari da rifinanziare nei prossimi 3 anni

L’OCSE fa notare anche che le compagnie delle cosiddette economie avanzate, devono ripagare o rifinanziare 2,9 trilioni di dollari USA entro i prossimi tre anni, mentre le compagnie delle economie emergenti hanno 1,3 trilioni di USD da rifinanziare o restituire ai prestatori.

In totale fanno oltre 4 trilioni di USD, che equivalgono al bilancio totale della U.S. Federal Reserve.

Il campanello di allarme è già scattato?

Nella seconda metà del 2018 il mercato dei corporate bond ha subito una decrescita pari al 41% rispetto allo stesso periodo del 2017. La riduzione nell’emissione ha raggiunto il livello più basso dal 2008.

Da notare che:

“l’emissione netta di obbligazioni non investment grade è diventata negativa nel 2018, indicando una minore propensione al rischio tra gli investitori. L’unico altro anno che questo è successo negli ultimi due decenni è stato nel 2008.”

Forse è il caso di dirigere i propri investimenti nell’oro e materie preziose?

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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