Male tutti i listini europei, con l'indice FTSE MIB maglia nera. Wall Street si prepara ad aprire negativa
I listini azionari di mezzo mondo hanno iniziato il terzo trimestre di questo 2018 in contrazione a causa delle crescenti preoccupazioni derivanti dalla guerra commerciale ed a causa dei dati sulla produzione, rivista in calo. Quanto detto ha frenato la propensione al rischio degli investitori, provocando una contrazione dell’azionario.
Lo Stoxx Europe è in calo dello 0,9% a poche ore dall’apertura di Wall Street, a causa delle vendite sul settore bancario e delle società collegate alle materie prime. I mercati in tutta l’Asia hanno chiuso in ribasso con il Giappone, la Corea del Sud e Shanghai scendendo oltre il 2%, mentre i futures hanno indicato una perdita in apertura dello 0,7% per l’S&P 500.
Gli analisti hanno sottolineato che il perdurare dell’incertezza sul commercio globale sarà anche questa settimana l’argomento principale in grado di influenzare le future mosse degli investitori. Il presidente Donald Trump ha detto di vedere la sua minaccia di imporre dazi sulle auto di produzione estera come la sua arma migliore che gli consentirà di ottenere concessioni dai partner commerciali, mentre la sua amministrazione studia una proposta per imporre prelievi del 20% sui veicoli importati. La Cina, nel frattempo, ha rispettato l’impegno di tagliare i dazi delle auto importate, ma Pechino si prepara a sborsare una tariffa aggiuntiva del 25% sulle importazioni automobilistiche statunitensi.
All’interno del nostro indice, Ferrari e Fiat perdono terreno, ma a causa di quanto detto tutto il comparto automobilistico, ivi incluso Brembo e Piaggio sono in negativo e perdono oltre il punto percentuale. Lo scorso venerdì, Fca aveva chiuso a +1,82% grazie alle voci che volevano Hyundai possible acquirente del gruppo, anche se la decisione poteva dipendere al prezzo delle azioni, fin’ora considerato troppo alte.
I dazi su automobili e ricambi “non sono giustificabili e non hanno senso dal punto di vista economico”, scrivevo da Bruxelles in un documento inviato venerdì scorso al dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Le aziende europee producono quasi 2,9 milioni di automobili negli Usa, spiegano nel testo, mantenendo 120 mila posti di lavoro che arrivano a 420 mila conteggiando i rivenditori.
In sofferenza anche i petroliferi (-2,3% Tenaris, -1,6% Saipem) vista la chiara discesa del prezzo del petrolio dopo le dichiarazioni del presidente Usa Trump sulla disponibilità saudita di aumentare la produzione: il Wti agosto cede lo 0,4% a 73,8 dollari al barile, mentre il Brent settembre cede lo 0,7% a 78,7 dollari al barile.
Bene i dati macroeconomici, con il dato sulla disoccupazione dei paesi membri dell’europa che si attest al 8,4% in calo dello 0,1.
Altra questione a tenere banco in Europa è l’accordo sull’immigrazione sottoscritto pochi giorni fa e che sta rischiando di spaccare l’intera maggioranza tedesca, con il Ministro degli Interni Tedesco, Seehofer, che ha minacciato di dare le dimissioni dal suo incarico.A Francoforte l’indice Dax si attesta a -0,65%, in un contesto in cui il governo della cancelliera Angela Merkel che sembra vacillare.
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Nel frattempo si registrano alcuni marginali aumenti dei rendimenti sui Btp a 10 anni, 4 punti base in più rispetto alla chiusura di venerdì, al 2,75 per cento e con i differenziale rispetto ai Bund tedeschi, lo spread che si allarga a 244 punti base. L’euro invece mantiene una dinamica di recupero a 1,1640 dollari.
Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.