La Banca Centrale Europea ha fatto tremare i mercati affermando che potrebbe non intervenire sul programma di allentamento quantitativo almeno fino a
La Banca Centrale Europea ha fatto tremare i mercati affermando che potrebbe non intervenire sul programma di allentamento quantitativo almeno fino a dicembre. Di fatto, alla possibilità che Francoforte attenda i dati di dicembre per decidere se ridurre il quantitative easing, i mercati paiono reagire abbastanza negativamente e l’idea che la Bce possa allontanarsi dal perno della sua politica monetaria è tutt’altro che escludibile.
Ovviamente, l’euro si è mosso in ribasso contro gran parte delle altre valute e, in particolare, contro il dollaro. La rottura di quota 1,10 è stata abbastanza significativa e ora quota 1,08 è in vista, con la possibilità che il cambio raggiunga quota 1,05. Tali quotazioni non vengono osservate da un po’ d tempo e potrebbero porre le banche di diversi paesi in difficoltà. Dopotutto, la Bce dovrebbe presto aumentare i tassi, ma l’apprezzamento del dollaro complica tale mossa.
Mentre l’euro si muoveva in ribasso, altri sviluppi sono stati positivi. I titoli di Stato hanno naturalmente reagito molto bene all’idea che i mercati statunitensi sperimentino un andamento migliore di quelli europei. Tuttavia, i dati e, ovviamente, i risultati degli utili societari negli Stati Uniti non vanno sottovalutati. In generale, si osserva un rimbalzo con notevole oscillazione. La mossa della Bce ha portato alcuni trader a dubitare della cosiddetta ripresa, non soltanto dell’Unione Europea, ma anche dell’economia globale. Si deve ricordare che diversi sistemi economici non presentano un quadro del tutto positivo.
Ciò considerato, i metalli hanno reagito abbastanza positivamente alle affermazioni della Bce, non soltanto in termini di euro, ma anche di dollari, dato che possono fungere da investimenti rifugio e sono caratterizzati da tassi bassi. A quanto pare, l’euro si muoverà in ribasso per qualche tempo, in tal modo esercitando pressione sulle altre valute, soprattutto sul dollaro, sullo yen e sul franco svizzero.