La IPO Saudi Aramco ancora più da record dopo la seconda tranche di azioni vendute, con il diritto di greenshoe option esercitato dalla società petrolifera.
Saudi Aramco ha esercitato il suo diritto al ‘greenshoe option’, attraverso cui ha venduto ulteriori 450 milioni di azioni, raccogliendo in totale 29,4 miliardi di dollari attraverso la sua IPO di dicembre 2019, che è stata la più cospicua della storia dei mercati finanziari mondiali.
Durante la prima fase della IPO Saudi Aramco, di proprietà dello Stato dell’Arabia Saudita, la società ha venduto 3 miliardi di azioni per un capitale totale raccolto di 25,6 miliardi di dollari. Ciascuna azione aveva il valore di collocazione paria 32 riyals o 8,53 dollari USA.
Una greenshoe option consente ad una società che ha istituito una IPO, e che ottiene una forte domanda di partecipazione, di poter aggiungere un ulteriore allocamento di azioni sul mercato.
Saudi Aramco ha precisato che agli investitori sono state assegnate le quote aggiuntive previste dall’opzione durante il processo di book-building. Allo stesso tempo non sono state offerte sul mercato azioni aggiuntive e il gestore della stabilizzazione non deterrà alcuna azione della società a seguito dell’esercizio dell’opzione di sovrallocazione.
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Al momento della pubblicazione della notizia, il prezzo delle azioni Saudi Aramco (2222) è di 34,8 riyals, che sono 2,8 SAR in più rispetto al prezzo di lancio della IPO. Ricordiamo che la società petrolifera saudita è listata presso la Borsa Tadawul di Riyad.
Il giorno della prima contrattazione, il 12 dicembre 2019, il prezzo delle azioni Saudi Aramco era salito fino alla quota massima di 36,8 SAR.
A causare le forti incertezze ci ha pensato anche la tensione venutasi a creare tra USA e Iran, con l’uccisione del generale iraniano Soleimani. Nei giorni successivi anche il petrolio si era apprezzato sensibilmente raggiungendo livelli che non si vedevano da tempo.
Tuttavia non si può addossare alla crisi USA-Iran tutta la colpa del calo di valore delle azioni Saudi Aramco. Basterà vedere il grafico delle azioni per notare che già il 19 dicembre 2019 valevano 35,5 SAR.
Il capitale di mercato di Saudi Aramco resta al di sopra del valore della IPO di 1,7 triliardi di valore, ma è inferiore rispetto ai 2 triliardi di dollari sperati dal principe saudita Mohammed bin Salman.
Dopo il temporaneo raffreddamento della crisi USA-Iran, il prezzo del petrolio è rientrato su livelli di guardia a 59,1 USD. Qui qualsiasi analisi tecnica giornaliera francamente trova il tempo che trova, perché nessuna analisi tecnica sul grafico potrà interpretare le prossime mosse geopolitiche di Donald Trump e soprattutto dell’Iran.
Molta attenzione quindi alle breaking news provenienti dal Medio Oriente e dal Golfo Persico, anzi, dallo Stretto di Hormuz.
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L’OPEC pubblica giornalmente il prezzo del petrolio secondo il suo basket, che fa riferimento al prezzo dell’oro nero praticato nei vari mercati dei suoi membri. Al 9 gennaio 2020 il prezzo del petrolio del basket OPEC era di 67,26 USD, in discesa rispetto ai 69,60 USD dell’8 gennaio.
Lunedì 13 gennaio si attende il nuovo prezzo del basket OPEC.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.