Investire nel settore minerario ecco alcuni titoli azionari da considerare e perché. La risalita dei prezzi delle commodity rende questi titoli appetibili.
Il settore minerario è alla base dell’estrazione delle materie prime. Forse si tende un po’ a trascurare questo segmento di titoli azionari e a focalizzarsi un po’ troppo sulle singole materie prime.
Ecco perché con questo articolo dedichiamo una “vetrina” ad alcuni titoli del settore minerario che potrebbero presto o in futuro entrare a far parte del nostro portafoglio titoli.
Partiamo da Glencore plc (GLEN), la società è quotata alla Borsa di Londra e vale 4,94 GBP. A 12 mesi ha recuperato il +78% e continua a crescere anche da inizio 2022 con una accelerazione da inizio marzo.
Glencore è un gruppo di imprese operanti nel settore dell’estrazione mineraria, la multinazionale anglo-svizzera ha nel suo business anche lo scambio delle materie prime, e si occupa anche di prodotti energetici e di materie agricole. Caratteristica che la rende una società tutta devota alle commodity.
Glencore fornisce anche servizi di approvvigionamento e di logistica per le società di estrazione di materie prime. GLEN serve anche i consumatori.
L’80% dell’utile lordo deriva dall’estrazione mineraria, mentre il resto dai servizi al settore.
L’estrazione è diversificata tra rame (35%), carbone (35%), e zinco (20%) riporta Morningstar. Estrae anche nichel, petrolio e leghe di ferro ma sono marginali.
Di fatto non una società ESG, anche se sull’impatto ambientale ci stanno lavorando.
New Hope Corporation (NHC) è quotata alla Borsa di Australia ASX. Dopo un minimo di 1,13 dollari australiani a maggio 2021, il titolo è cresciuto fino a raggiungere il picco in questi giorni a quota 3,35 AUD, con un apprezzamento forte nelle ultime settimane.
L’azienda è specializzata nel thermal coal e serve in particolare le comunità locali australiane. Oltre all’estrazione del carbone termico, si occupa di esplorazione di operazioni portuali, di petrolio e di agricoltura.
Si tratta, dunque, di una realtà locale con 750 lavoratori diretti e 3 mila nell’indotto. Operano in particolare nel Queensland e l’attività agricola è svolta come attività di ricostituzione dell’habitat al termine dell’attività di estrazione mineraria di un sito.
Secondo Morningstar il titolo potrebbe raggiungere i 5,90 AUD se i prezzi delle materie prime dovessero proseguire la corsa al rialzo.
Anche Whitehaven Coal (WHC) è una società di estrazione del carbone australiana quotata a Sydney.
Opera in particolare nel Nuovo Galles del Sud dove posseggono quattro siti di estrazione del carbone, mentre nel Queensland è in fase di esaurimento una delle miniere di carbone.
Dopo un minimo di 1,15 AUD a maggio 2021, il titolo è cresciuto costantemente fino a raggiungere gli attuali 4,10 AUD. Anche in questo caso l’apprezzamento più significativo si è avuto nell’ultimo mese.
Il valore delle azioni potrebbe salire anche a 7,5 AUD se nel 2023 il prezzo del carbone dovesse salire a 400 dollari a tonnellata.
Cosa ci spinge a interessarci di società australiane, che tra l’altro estraggono il thermal coal una delle fonti di energia fossile tra le più inquinanti.
Purtroppo la guerra in Ucraina ha stravolto i piani energetici e posto questioni di approvvigionamento molto serie, in particolare in Europa.
L’Unione Europea dipende anche dal carbone russo, ecco perché si guarda a quello australiano. L’Australia è tra i maggiori estrattori di carbone termico e potrebbe sopperire alle esigenze residuali che abbiamo in Europa nel breve termine.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.