Un Natale nero per la Borsa di New York che ieri ha chiuso in netto calo. In questo 25 dicembre 2018 trascina al ribasso anche la Borsa di Tokyo. Negativa anche la Borsa di Tel Aviv.
La Borsa di Tokyo cede oltre il 5%, dopo la chiusura di ieri per festeggiare il compleanno dell’Imperatore Akihito. L’indice Nikkei scende così sotto i 20 mila punti, per la prima volta da settembre 2017, viaggiando a 19.155 punti: una perdita di oltre mille punti in una sola seduta.
Il netto calo è dovuto alle forti incertezze generate dalla Borsa di New York che, anche ieri 24 dicembre, ha chiuso in negativo, con l’indice Dow Jones a -2,91%.
Anche la Borsa di Tel Aviv ieri ha chiuso in negativo dello 0,6%, ma in calo del 10% sul mese.
Seppure oggi Wall Street è chiusa, è comunque un Natale nero per la Borsa di New York che ieri ha chiuso toccando i minimi da 19 mesi.
Il Dow Jones è sceso a 21.792 punti, cedendo 653 punti in una sola giornata. Un calo deciso, se si guarda al picco di 23.970 punti fatto registrare solo il 19 dicembre di quest’anno.
Anche l’indice S&P 500 cede il 2,71%, calando a 2.351 punti base.
Su Wall Street pesa la politica interna con lo shutdown in vigore da tre giorni, la decisione della Fed di innalzare i tassi di interesse e le previsioni di una economia in crescita frenata per il prossimo anno.
Tra i giganti dell’ICT americano, Amazon cede il 4,9% proprio in un periodo dell’anno in cui vende milioni di prodotti scelti dagli utenti come regali di Natale.
Tra le cosiddette FAANG – Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google – è la peggiore. Google e Facebook sono state le uniche a guadagnarci, rispettivamente: +0,68% e +1,78%. Apple ha perso lo 0,88% e Netflix l’1,24%.
Anche il petrolio chiude ai minimi da 17 mesi, perdendo il 2,35% in una sola seduta e attestandosi a 44,51 dollari USA al barile.
Il 23 dicembre la Borsa di Tel Aviv ha chiuso in calo del 5% sulla scia dei risultati negativi di New York. Ieri 24 dicembre la Borsa di Israele ha ceduto solo lo 0,6%, ma su base mensile siamo già al -10%.
Su base annua la Borsa di Tel Aviv registra una performance negativa del 3,71%.
I timori sono tutti per una nuova crisi finanziaria, che non tocca l’economia reale di Israele dove i fondamentali dell’economia sono buoni, con un alto tasso di crescita e una bassa disoccupazione.
La corsa ai beni rifugio e la preferenza per la liquidità di questi giorni, sono scatenati su tutte le Borse del mondo da situazioni internazionali legate a doppio filo, in una economia ormai non più globalizzata, ma connessa da un capo all’altro del mondo.
L’economia mondiale è connessa come lo sono due pagine web grazie a un link, e questa connessione dell’economia genera effetti benefici o catastrofici che si propagano velocemente da una parte all’altra del pianeta.
Ieri il presidente degli USA Donald Trump ha convocato d’urgenza il Plunge Protection Team, la squadra di protezione dai collassi finanziari composta dal segretario al tesoro Steven Mnuchin, dalla Federal Reserve, e dalla Securities and Exchange Commission (SEC).
Il gruppo, creato dopo la crisi del 2008, ha il compito di valutare la situazione e di prendere decisioni in caso di forti turbolenze, al fine di tranquillizzare gli investitori e rasserenare i mercati. Il grande caos scatenato da Trump, che vorrebbe licenziare anche il capo della Fed Jerome Powell, non giova alla già complessa e interconnessa economia mondiale.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.