Guerra commerciale USA – Cina, oggi la firma della tregua a Washington. Vera o falsa tregua tra le due potenze commerciali?
Oggi a Washington il presidente degli USA Donald Trump e un alto rappresentante della controparte cinese, dovrebbero firmare la fase uno dell’accordo che, se non pone la fine, almeno sancisce una tregua nella guerra commerciale USA – Cina, che ha terrorizzato l’economia globale negli ultimi due anni.
I mercati finanziari sono sulle spine. Le borse europee sono partite bene questa mattina, eccetto l’IBEX 35 (-0,16%) tutte le principali borse europee sono in terreno positivo, compreso il FTSE MIB (+0,13%) al momento della pubblicazione di questo articolo.
Come più volte ricordato, questa firma è solo un primo passo. La fase uno dell’accordo prevede l’impegno da parte della Cina di acquistare più merci dagli USA nei prossimi due anni, in particolare dall’agricoltura. Questo impegno dovrà essere mantenuto e non tutti gli analisti sono concordi sul fatto che la Cina manterrà la promessa, o sarà materialmente capace di acquistare quanto l’accordo prevedrebbe.
Già, prevedrebbe, perché per ora poco si sa di questo primo accordo, che viene anche definito “light”.
Uno degli impegni che gli USA dovrebbero mettere subito in atto, riguarderebbe la riduzione dei dazi su una parte delle merci provenienti dalla Cina. Una riduzione solo parziale, dal 15% al 7,5% dei dazi sulle merci importate.
Nei giorni scorsi il Tesoro degli USA ha eliminato la Cina dalla lista delle nazioni che manipolano la valuta per risolvere a proprio vantaggio squilibri commerciali internazionali. La Cina era stata inserita nella lista ad agosto del 2019.
Questo gesto, compiuto a pochi giorni dalla firma della prima fase, è considerato un gesto di distensione e di mano tesa da parte degli USA nei confronti della Cina.
Secondo alcuni analisti, i mercati finanziari attendono solo questo, ovvero la firma dell’accordo che porrebbe un po’ di pace dopo due anni di continue scosse.
Bisogna notare, però, che nonostante la guerra commerciale, i mercati finanziari nel 2019 hanno raggiunto livelli record che non si vedevano da oltre un decennio e su alcune borse da un ventennio almeno (vedasi record della Borsa di Milano).
In realtà c’è un timore, e riguarda la fase due. Secondo alcune analisi e valutazioni condotte negli ultimi giorni, in realtà questa firma è solo un armistizio, il cui vero impatto sarà poco significativo.
Come dire, solo un prendere tempo in attesa che a novembre si sappia chi sarà il 47° presidente degli USA, l’uomo che per i prossimi quattro anni governerà la politica degli stati Uniti dentro e fuori dal paese.
I mercati, quindi, oltre ad attendere la firma, sperano che l’accordo di questa prima fase contenga qualcosa di sostanzioso e non fumo.
Altri analisti esperti di rapporti USA – UE, fanno notare che seppure la guerra commerciale USA – Cina dovesse giungere al termine, ciò non significherà la fine della stagione delle guerre commerciali.
Come abbiamo sperimentato negli ultimi mesi del 2019, infatti, Trump ha firmato un innalzamento dei dazi su prodotti specifici importati nel suo paese dai partner europei, tra cui l’Italia.
Ecco, se con la Cina oggi 15 gennaio gli Stati Uniti dovrebbero firmare una tregua, un nuovo fronte ben più ampio si potrebbe aprire contro l’Unione Europea e i suoi 27 Stati membri. In questo caso l’automotive è il settore che potrebbe essere preso di mira tra i primi.
Le borse europee sono entrate in territorio negativo: FTSE MIB -0,58%; DAX -0,32%; CAC 40 -0,24%.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.