Il Governatore della Banca d’Australia è scettico su Libra coin di Facebook. Ne deve passare acqua sotto i ponti prima che sia per uso quotidiano, afferma.
Il governatore della Banca d’Australia (Reserve Bank of Australia RBA), Philip Lowe, è scettico sul reale impatto economico che avrà Libra coin di Facebook.
Il signor Lowe, va aggiunto, è notoriamente scettico nei confronti delle criptovalute.
Di Libra ne ha parlato giovedì durante una sessione di domande e risposte rivolte al governatore nella città di Adelaide (Australia meridionale).
Secondo il pensiero di Lowe, molte sono le criticità a partire dall’uniformazione del progetto alle regolamentazioni internazionali.
“Ne deve passare di acqua sotto i ponti prima che la proposta di Facebook possa diventare qualcosa che usiamo quotidianamente”, riporta l’agenzia di stampa americana Bloomberg.
Lowe aggiunge anche che: “Ci sono molti problemi di conformità alle normative che bisogna analizzare e risolvere ed essi (quelli di Facebook, ndr) devono essere sicuri che si tratti di un business valido, quindi dobbiamo essere cauti prima di giungere a conclusioni”.
Libra coin è stata annunciata il 18 giugno scorso con un comunicato ufficiale riportato dalla press room di Facebook, ora il white paper disponibile sul sito dell’associazione Libra è al vaglio degli esperti. Mentre in molti sono a caccia di informazioni per comprendere come funziona Libra e se si tratta di una vera criptovaluta.
Lowe, ha anche aggiunto che l’Australia non ha bisogno di criptovalute perché hanno già un sistema di pagamento elettronico “davvero molto efficiente che consente a chiunque di noi di fare pagamenti bancari ad un’altra persona in cinque secondi, semplicemente conoscendo il loro numero di cellulare”.
Il 20 giugno 2019, la Banca d’Australia ha reso pubblico un report in cui valuta in sintesi l’impatto dei primi dieci anni di esistenza delle criptovalute.
Al termine di una lunga introduzione, dove si spiegano anche i limiti attuali delle varie proposte (scalabilità, velocità, ecc.), il paper conclude affermando che:
“Alcune delle evoluzioni delle criptovalute negli ultimi anni sono state un tentativo di affrontare alcune delle carenze principali che hanno impedito al Bitcoin di funzionare come denaro. Resta però il fatto che nessuna criptovaluta attualmente funziona come denaro in Australia, o come metodo di pagamento ampiamente diffuso.”
L’analisi prosegue affermando che è vero che i nuovi progetti hanno fatto progressi nel creare nuovi sistemi distribuiti più scalabili, ma sono ancora “un work in progress e generalmente hanno il difetto di essere una criptovaluta centralizzata, una caratteristica che appare non interessante per i sostenitori delle criptovalute e, in ogni caso, li rende più simili ai sistemi di pagamento centralizzati”.
Un giudizio molto acuto a cui risulta non semplice dargli torto perché fa leva proprio sugli aspetti più “cari” ai crypto-libertarian, i quali credono in una criptovaluta decentralizzata autonoma rispetto a qualsiasi attore (pubblico o privato).
In buona sostanza la RBA australiana considera innocue le criptovalute sul fronte interno, perché poco usate dalla popolazione come sistema di pagamento quotidiano.
Se sotto certi aspetti l’analisi riportata nel report della Banca d’Australia è condivisibile – la gestione autonoma delle criptovalute come il bitcoin non appare essere alla portata di tutti –, tuttavia proprio una criptovaluta come Libra coin (al netto della conformità con le normative internazionali e dei singoli stati) potrebbe essere la moneta digitale che più delle altre avrà quel successo d’uso che le altre fino a ora non sono riuscite ad avere.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.