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Fmi, prospettive di bilancio in Italia restano incerte

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jul 24, 2019, 05:08 GMT+00:00

Fmi, le prospettive di bilancio in Italia restano incerte secondo il World Economic Outlook di luglio 2019 appena pubblicato. Rallenta l'economia mondiale.

fmi

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) pubblica il nuovo rapporto sul World Economic Outlook con cui due volte l’anno effettua una fotografia della situazione economica mondiale. Per l’Italia il Fmi vede “incertezza sulle prospettive di bilancio” che “resta simile a quella riscontrata” in aprile” con un impatto sugli investimenti e la domanda interna”.

Il Pil dell’Italia nel 2019 crescerà del +0,1% come confermato da varie stime anche interne all’Italia, tra gli ultimi dall’Ufficio parlamentare di bilancio che di recente ha parlato di stagnazione.

Il Pil del 2020, secondo il World Economic Outlook, crescerà del +0,8% ovvero uno 0,1% in meno rispetto alle precedenti stime.

Fmi. Al ribasso le stime di crescita mondiale

Il World Economic Outlook di luglio 2019 fa principalmente previsioni globali come ricordato in apertura e a proposito delle stime di crescita mondiali, per il 2019 e il 2020, sono riviste al ribasso.

Dopo il +3,8% del 2017 e il +3,6% del 2018, il Pil mondiale nel 2019 dovrebbe crescere del 3,2% e del 3,5% nel 2020. Una leggera diminuzione dello 0,1% rispetto alle precedenti stime, dovuto alle “ulteriori tensioni commerciali e sul fronte tecnologico in grado di minare la fiducia e rallentare gli investimenti”.

Tra le tensioni che creano le maggiori incertezze ci sono le tariffe doganali innalzate dagli USA sulle merci importate dalla Cina. Anche la catena di approvvigionamento delle tecnologie è minacciata dalle prospettive di sanzioni statunitensi. Ed ancora la Brexit, che continua a creare incertezza in Europa. Per concludere le tensioni geopolitiche di questi ultimi mesi tra USA, Iran e Regno Unito che stanno portando il prezzo del petrolio verso l’alto.

Restano fondamentali per la crescita mondiale gli accordi multilaterali, in grado di migliorare la crescita gettando basi forti. Resta assolutamente di primaria importanza la risoluzione delle incertezze causate dagli accordi commerciali tra più stati, come ad esempio il compromesso Canada, Messico e USA.

La pagella degli altri Paesi

La crescita negli Stati Uniti d’America e in Giappone è migliore di quanto ci si aspettasse.

Il Prodotto interno lordo della Cina nel primo trimestre del 2019 è migliore delle attese, ma gli indicatori forniscono dati su una possibile debolezza nella seconda metà dell’anno.

Nei restanti mercati emergenti dell’Asia e dell’America Latina, i risultati rilevati deludono.

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I settori trainanti e quelli che deludono

I settori che trainano l’economia mondiale sono i servizi, mentre l’attività manifatturiera globale delude e rallenta continuando il trend visto agli inizi del 2018. La spesa per acquisto di nuovi macchinari si è ridotta, così come si sono ridotti gli acquisti di beni durevoli, come ad esempio le automobili.

Questi indicatori fanno pensare che le imprese e le famiglie frenano la spesa a lungo termine, a causa delle incertezze politiche che avvertono intorno a loro.

Commercio globale soft

La crescita del volume degli scambi è diminuita di circa mezzo punto percentuale su base annua nel primo trimestre del 2019. Ricordiamo che nel quarto trimestre del 2018 era diminuita del 2 percento, con un rallentamento evidente nei paesi emergenti asiatici.

Gli investimenti sono ostacolati dalle tensioni e le indagini condotte dal Fmi sui responsabili degli acquisti delle imprese, indicano che l’opinione sulla produzione e il commercio è pessimista: i nuovi ordini saranno ridotti.

L’inflazione sotto l’obiettivo

A causa dell’attuale situazione economica mondiale, l’inflazione nelle economie avanzate si è ridotta sotto il livello previsto (vedasi USA) o è rimasta significativamente al disotto dell’obiettivo come nell’area euro e in Giappone.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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