La U.S. Federal Reserve (Fed) lascia i tassi d’interesse invariati, ma ancora per poco. Si attende il G20 in Giappone prima di decidere per il taglio.
Il board della U.S. Federal Reserve vota e lascia i tassi d’interesse invariati tra il 2,25% e il 2,50%, ma già tra meno di un mese la decisione potrebbe essere rivista.
Il presidente e governatore della Fed Jerome Powell attende l’esito del G20 al via oggi in Giappone, dove Trump e Xi Jinping si incontreranno per un faccia a faccia, prima di decidere se tagliare il costo del denaro.
La guerra commerciale tra le due superpotenze deciderà se la Fed dovrà tagliare i tassi o lasciare ancora i tassi d’interesse invariati.
La scelta di Powell e del board, dove solo uno dei membri ha votato per un taglio dei tassi di 0,25 punti percentuali, si pone in aperta contrapposizione con la visione che ha Trump. Questi, infatti, da tempo chiede alla Fed un taglio sui tassi d’interesse per rendere gli USA ancora più competitivi nel commercio internazionale.
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Powell ha chiaramente detto che la legge prevede quattro anni di mandato e lui intende andare fino in fondo al suo mandato.
Trump, all’opposto, già da mesi lo vorrebbe fuori dalla Fed o quantomeno declassato. Il magnate americano ha dato mandato agli avvocati della Casa Bianca di studiare la legge e verificare se ci sono le condizioni per spodestarlo, ma probabilmente questo non potrà avvenire.
Il trend positivo di giugno prosegue a Wall Street sostenuto anche dalla notizia che la Fed lascia i tassi d’interesse invariati.
I principali indici della Borsa di New York chiudono in positivo, non di molto, ma tanto basta a soddisfare gli investitori ed i broker.
Il Dow Jones ha chiuso in attivo dello 0,15% a 26.504 punti; mentre l’indice S&P-500 fa meglio con un +0,30% a 2.926,46 punti base. Lo S&P 100 chiude positivo dello 0,2% e il Nasdaq 100 fa meglio di tutti a +0,42% (7.667,7 punti base).
I settori con le migliori performance sono stati: il sanitario, le utilities e l’informatica. In contro tendenza il comparto dei materiali con un calo dello 0,47%.
La Fed ha anche presentato una analisi economica sullo stato di salute dell’economia statunitense.
Il mercato del lavoro continua il suo andamento positivo e resterà forte anche nel prossimo futuro. Di conseguenza la disoccupazione scende e le famiglie spendono di più rispetto all’inizio dell’anno.
L’inflazione resta sotto il 2% sia nella componente complessiva che per le voci diverse da cibo ed energia.
La Fed, tuttavia, teme che i dati positivi siano minacciati a causa di incertezze dovute alla guerra commerciale e all’economia mondiale nel suo complesso.
L’obiettivo della Fed è mantenere il tasso di occupazione alto e l’inflazione al 2%, se quindi l’outlook dovesse cambiare da positivo a negativo, la Banca centrale degli USA interverrà sul costo del denaro riducendolo a favore di maggiori investimenti da parte delle imprese e delle famiglie.
Le proiezioni della Fed sul prodotto interno lordo degli USA, prevedono che il Pil possa calare dal 2019 al 2021, pur restando positivo.
La disoccupazione all’opposto è prevista in aumento dal 3,5% del 2019 al 4,2% del 2021.
I grafici sottostanti riportano le proiezioni del Pil USA e della disoccupazione per il triennio 2019 – 2021.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.