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Facebook GlobalCoin: Uber, PayPal e Visa possibile appoggio. Ma partirà davvero?

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 16, 2019, 07:30 GMT+00:00

Facebook GlobalCoin, Uber, PayPal, Visa, Booking.com e MercadoLibre appoggerebbero la stablecoin. Ma partirà davvero la moneta digitale di Zuckerberg?

GlobalCoin libra testnet

Sembra che nessuno voglia perdersi l’iniziativa storica di Facebook, Uber, PayPal e Visa, avrebbero investito milioni di dollari in GlobalCoin per supportarne lo sviluppo tecnologico e l’implementazione in Facebook e Instagram e WhatsApp.

Anche Booking.com e il marketplace latinoamericano MercadoLibre dovrebbero o vorrebbero giocare nella partita. Già, perché in ballo ci sono milioni di dollari di guadagni se davvero GlobalCoin dovesse essere usata come moneta interna alle piattaforme di Facebook Inc.

Il 18 giugno dovrebbe esserci l’annuncio ufficiale, Facebook dovrebbe finalmente parlare a carte scoperte, cosa che fino a ora si è guardata dal fare. Tutti sperano che Zuckerberg dica al mondo: “sì è vero stiamo lavorando a questa idea almeno da dicembre 2017”.

Ma davvero Facebook è pronta a lanciare la sua stablecoin? Perché di questo si tratterà, di un token (criptografico?) legato al prezzo del dollaro USA e, si spera, realmente sostenuto da una riserva in dollari conservata nei forzieri di una o più banche.

GlobalCoin di Facebook forse non è così vicina

Secondo Coindesk.com, che avrebbe avuto modo di parlare con varie fonti vicine a Facebook, GlobalCoin non sarebbe poi così pronta per l’uso reale.

Se la prossima settimana, il 18 giugno, ci sarà davvero un qualche tipo di annuncio, si tratterà dell’annuncio di un progetto lungimirante, nel senso che nei fatti il sistema non è per niente pronto.

Come mai? Secondo le fonti del Coindesk, nell’industria blockchain c’è riluttanza nel collaborare con Facebook e al suo progetto, perché GlobalCoin viene percepita come un progetto accentratore, che si oppone alla visione decentralizzata su cui le vere criptovalute si fondano.

Il lancio, se mai davvero ci sarà, non avverrà prima del 2020, anzi, il prossimo anno probabilmente GlobalCoin sarà pronta per la Testnet, ma nulla di più.

Facebook vuole le nostre informazioni finanziarie?

Sempre secondo le fonti informate, Facebook collegherà i dati finanziari degli utenti ai rispettivi profili personali. I dati finanziari verrebbero raccolti e conservati nei server di Facebook. Se così fosse, Facebook dovrebbe richiedere il consenso informato per la conservazione di tali dati e dire anche cosa ne vorrà fare.

Secondo il Wall Street Journal, invece, Facebook starebbe pensando all’integrazione nella piattaforma di sistemi di pagamento già esistenti come Mastercard. Quest’ultima, negli ultimi anni, ha costituito un pool di specialisti interni che lavorano sulle tecnologie dei distributed ledger.

Forse non una vera criptovaluta, ma una bella promozione mediatica gratis sì

Probabilmente GlobalCoin non sarà una vera criptovaluta – più un ibrido? –, ma sarà certamente una bella promozione mediatica gratuita per Facebook.

GlobalCoin potrebbe infatti funzionare sullo stesso modello del cinese Alipay, quest’ultimo è associato alle piattaforme social cinesi e permette, dall’interno di esse, pagamenti di ogni cosa, ma sotto lo stretto controllo delle autorità cinesi: con Alipay non si paga in criptovaluta.

A cosa dovrebbe servire GlobalCoin?

Probabilmente la prima domanda che si porrebbe un utente di Facebook, Instragram e WhatsApp: a cosa dovrebbe servirgli GlobalCoin? Perché dovrebbe usarla?

Probabilmente servirà ad acquistare le merci messe in vendita attraverso i social shop presenti nelle piattaforme.

Ma se saranno confermate le partnership con Uber, PayPal e gli altri big player è facile ipotizzare che GlobalCoin potrà essere utilizzata per prenotare su Uber, Booking.com e acquistare su MercadoLibre.

Gli ostacoli per GlobalCoin non sono solo tecnologici, ma anche legali. La strada appare lunga, il 18 giugno, forse, ne sapremo qualcosa in più.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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