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Ethereum. Attesa per la decisione della SEC: security o commodity?

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: May 9, 2018, 12:58 GMT+00:00

La SEC (Securities and Exchange Commission) americana starebbe verificando se Ethereum è da considerarsi un titolo o una commodity.

Ethereum Security Commodity

Sono giorni che la community di Ethereum è con il fiato sospeso dopo la notizia fatta trapelare dal Wall Street Journal (WSJ) l’1 maggio, secondo la quale la SEC (Securities and Exchange Commission) americana starebbe verificando se Ethereum è da considerarsi un titolo o una commodity. Il verdetto era atteso per il 7 maggio come riferiscono fonti di stampa ma al momento della pubblicazione la SEC non ha emesso nessun comunicato stampa ufficiale.

Secondo le fonti del WSJ il regolatore americano Ethereum si troverebbe in una “zona grigia”. L’indagine non riguarda fatti recenti ma addirittura la ICO di luglio 2014, attraverso la quale Ethereum è nata raccogliendo 31 mila bitcoin (che a quel tempo valevano solo 18,3 milioni di USD).

Cosa dice la SEC

La SEC così interpreterebbe la raccolta fondi fatta da Ethereum nel 2014.

Siccome i fondi raccolti sono stati usati per sviluppare la piattaforma Ethereum, la vendita di ETH doveva essere regolata come vendita di titoli (securities). Ancora di più vanno considerati titoli, continua il ragionamento della SEC riportato dal WSJ, considerando che molti investitori probabilmente comprarono la criptovaluta speculando sul fatto che nel tempo avrebbero guadagnato dall’aumento di valore.

Gary Gensler, ex regolatore del Governo USA, ha dichiarato al WSJ che per l’ETH “non esiste un precedente legale”. La criptovaluta potrebbe essere classificata come titolo “non conforme”, cioè non registrata presso la SEC. Ma Gensler ha riferito anche che si potrebbe evitare una classificazione come titoli, dal momento che tutte le monete sono ora estratte (mined).

Cosa dice la Ethereum Foundation

Joseph Lubin, cofondatore della Ethereum Foundation, ha rifiutato questa interpretazione della SEC parlandone alla conferenza di New Orleans svoltati l’1 maggio in questi termini:

Abbiamo trascorso moltissimo tempo con gli avvocati negli Stati Uniti e in altri Paesi, e siamo estremamente tranquilli che non sia un titolo, non è mai stata un titolo… molti regolatori che contano capiscono cosa è Ethereum.

Se Ethereum è un titolo allora tutti i token lo sono?

Come sappiamo la SEC da inizio 2018 ha messo sotto indagine praticamente tutte le ICO condotte negli Stati Uniti d’America, inducendo le start up a trasferire le sedi in Paesi più amici delle ICO.

La citazione in giudizio fatta a tali progetti è sempre la stessa: i token si configurano come titoli o come utility token?

Un dubbio tremendo assale chiunque possegga token generati sulla piattaforma Ethereum o abbia un progetto in essere su di essa. Nel caso in cui la SEC dovesse dichiarare titoli gli ETH, per estensione lo saranno anche tutti i token generati con un Ethereum smart contract? Per gli investitori statunitensi si aprirebbe uno scenario delicato. Senza contare le ripercussioni nei mercati. Facile prevedere vendite dei token e di ETH in massa.


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Serve una amnistia per le ICO ed i token

Forse servirebbe una vera e propria amnistia per le ICO e i token da esse generati. A suggerirlo il sito americano Coindesk, secondo il quale la SEC e i partecipanti alle ICO dovrebbero sedersi intorno a un tavolo e trovare insieme una soluzione. E suggeriscono due punti da includere nella soluzione:

  1. un veicolo per l’integrazione di una nuova classe di attività nella struttura di vigilanza;
  2. un meccanismo per proteggere il valore di investimenti giuridicamente imperfetti.

E secondo alcune fonti di stampa, il dialogo tra le parti dovrebbe essere già iniziato. I principali sostenitori delle criptovalute, insieme ai loro avvocati e lobbisti, si sono incontrati di recente con funzionari della SEC per chiedere una “esenzione dalla supervisione federale”. L’esenzione consentirebbe tuttavia alla SEC di intervenire nelle ICO nel caso in cui “un emittente di token commettesse una frode” tutelando così gli interessi degli investitori.

 

 

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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