Corsa all’oro. Le crisi internazionali spaventano e spingono verso i beni rifugio. dalla guerra dei dazi commerciali alla crisi USA - Iran, tutti gli scenari che favoriscono i beni rifugio.
Le crisi geopolitiche fanno male all’economia mondiale, ma molto bene ai beni rifugio come l’oro, che ha superato la soglia psicologica dei 1.400 USD all’oncia, ristabilendosi sui massimi da 6 anni a questa parte (bisogna tornare indietro al 2013 per avere un oro a questi livelli di prezzo).
La banca d’investimento Citigroup, alla luce dei nuovi scenari, ha rivisto al rialzo l’outlook del prezzo dell’oro, che passa da 1.400 dollari USA l’oncia a 1.600 dollari USA l’oncia. Ovviamente quella di Citigroup è solo un aggiornamento del target possibile, non è dato come certo.
L’oro è un bene rifugio per eccellenza, in caso di forti tensioni internazionali si guarda a lui come bene di valore capace di salvare le proprie risorse finanziarie da qualsiasi sciagura mondiale.
E lo scenario non è certo dei migliori, le criticità internazionali sono molte ed altre si affacciano sullo scenario internazionale.
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La crisi USA -Iran è l’ultima in ordine di tempo, Trump, per sua stessa ammissione è stato a un passo dal concretizzare una aggressione militare all’Iran. Gli aerei erano già in volo, poi ha dato l’ordine di ripiegare.
Ma la ritorsione USA per il drone abbattuto dalla contraerea iraniana, c’è stata comunque, ma solo su un piano “più digitale”. Gli USA, infatti, hanno sferrato un cyber attacco ai pasdaran iraniani (la forza di attacco aerea dell’Iran).
Da notare che, anche il bitcoin, altro bene erroneamente considerato come rifugio, è aumentato di prezzo in concomitanza con l’intensificarsi della crisi USA – Iran.
La guerra dei dazi commerciali voluta da Donald Trump è un altro grande fattore di instabilità economica, che sta coinvolgendo sempre più Paesi. L’ultimo in ordine di tempo è l’India.
Dal G20 del Giappone della prossima settimana si attendono buone notizie dopo l’incontro che vi sarà tra Trump e Xi Jinping.
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Le banche centrali, viste le crescenti incertezze, sono pronte ad aprire le borse per sostenere con l’immissione di ulteriore liquidità le economie degli Stati. Ciò abbasserà il valore del denaro.
Mario Draghi lo ha detto apertamente non molti giorni fa, la BCE farà di tutto per mantenere l’obiettivo dell’inflazione al 2%, ed è pronta a riattivare il quantitative easing e a mettere in campo altre misure.
Anche la Fed di Jerome Powell è pronta ad abbassare i tassi di interesse sul dollaro se le condizioni economiche internazionali si dovessero aggravare. Anche in questo caso l’obiettivo è mantenere l’inflazione al 2%.
La Brexit sta causando dal 2016 una incertezza all’interno dell’Unione Europea non da poco. Numerose aziende del settore finanziario ed assicurativo sono state costrette ad abbandonare Londra o a sdoppiare le proprie sedi per restare nell’UE. Manovre che hanno sempre costi in termini economici notevoli.
La politica inglese è letteralmente nel caos, in una profonda crisi esistenziale che ha avuto il suo culmine (si spera) nelle dimissioni di Theresa May dal ruolo di Primo ministro.
La sterlina inglese è passata dal valore di 1,17 euro a 1,11 euro in poco più di un mese.
Altri fattori sono concausa di un rifugio nell’oro che ne spinge in alto il prezzo.
Gli strumenti finanziari tradizionali sono in crisi quando l’incertezza economica ha così tante “sorgenti”. Investire in azioni o negli indici diventa rischioso se da un giorno all’altro i titoli perdono il 4 – 5% del loro valore.
Diventa rischioso per i piccoli risparmiatori investire se bastano le parole sconsiderate di un politico a rendere instabili i mercati finanziari.
Qui leggi il prezzo dell’oro in tempo reale.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.