La Consob richiama le banche sull'applicazione del MIFID II, ma le associazioni dei consumatori bacchettano anche la Consob chiedendole di intervenire con sanzioni.
Con il comunicato stampa dell’1 marzo 2019 la Consob emana un richiamo di attenzione sul rispetto di quanto contenuto nel MIFID II, la direttiva UE sugli strumenti finanziari e i mercati entrata in vigore il 3 gennaio 2018.
Il comunicato assume una certa rilevanza perché la Consob ha emanato il richiamo di attenzione il giorno precedente, 28 febbraio, attraverso il bollettino. Il comunicato ha inteso quindi rimarcare l’importanza del richiamo di attenzione sull’argomento.
Come noto il MIFID II richiede un grado di trasparenza più alto rispetto alla precedente versione del documento. Gli investitori devono essere informati di tutti i costi e gli oneri connessi allo strumento d’investimento che sottoscriveranno. I costi trasparenti, servono sia al cliente per capire se davvero conviene fare quell’investimento ma anche paragonare offerte diverse dedicate allo stesso strumento d’investimento finanziario.
La Consob è chiara: “Le disposizioni in materia si applicano in modo incondizionato, chiaro ed esplicito, sin dall’entrata in vigore della MIFID II”.
E l’Autorità di vigilanza, ci tiene a ricordare, quasi come un monito, che “vigila sulla corretta applicazione della disciplina”.
Il comunicato si conclude ricordando agli intermediari che:
“nell’ambito delle comunicazioni periodiche, devono informare la Consob sulle modalità adottate per conformarsi alla normativa e sugli esiti dei controlli svolta dalla funzione di compliance”.
Al contempo si fanno sentire le associazioni di categoria dei consumatori.
In particolare interviene Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale consumatori affermando che:
“Siamo stufi degli appelli e della moral suasion. E’ ora di passare ai fatti”.
Il Codacons chiede esplicitamente che si passi alle sanzioni di quelle banche che non rispettano il MIFID II.
Secondo il Codacons, come riportato da Teleborsa: “Sono numerosi i casi in cui le banche non danno informazioni corrette ai propri clienti, modificandone i comportamenti economici specie per quanto riguarda gli investimenti”.
Queste le parole del presidente Codacons Carlo Rienzi, che ne ha anche per la Consob:
“I richiami della Consob non bastano, perché serve eseguire controlli nelle filiali e applicare sanzioni pesanti nei confronti degli istituti che violano le disposizioni e non garantiscono il diritto alla trasparenza degli utenti”.
Il richiamo di attenzione emanato dalla Consob in data 28 febbraio, contiene informazioni preziose non solo in riferimento al MIFID II. Proseguendo la lettura gli investitori conosceranno i punti di riferimento utili da sapere prima di aderire a una proposta d’investimento.
In particolare la Consob ricorda il quadro normativo in materia vigente, il quale è utile all’investitore come punto di riferimento legale:
Le banche e gli istituti di credito e chiunque emetta strumenti d’investimento in Italia e in Europa, è soggetto “in modo incondizionato, chiaro ed esplicito” a fornire informazioni, prima e dopo, sui costi ed oneri connessi ai servizi prestati e agli strumenti finanziari.
Ciò al fine di “consentire al cliente di conoscere il costo totale ed il suo effetto complessivo sul rendimento. Su richiesta del cliente, tali informazioni devono essere presentate anche in forma analitica”.
Consob conclude il richiamo di attenzione ricordando alle banche che:
“Ai sensi delle citate disposizioni, le informazioni devono essere corrette chiare e non fuorvianti e vanno rese in una forma comprensibile”.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.