La Cina farà ricorso al debito pubblico innalzando il deficit rispetto al Pil, per contrastare i tempi difficili di una economia che rallenta anno dopo anno. Leggi le misure previste.
La Cina rivede al ribasso le stime di crescita interna tra il 6% – e il 6,5% per il 2019, dopo un 2018 al +6,6%. Per la grande macchina produttiva cinese significa la crescita più bassa dal 1990 ad oggi.
Il rallentamento deriva da fattori interni che si sommano alla difficile trattativa con gli Stati Uniti d’America sui dazi doganali, e le accuse di concorrenza sleale sollevate dal governo americano.
Il premier cinese Li Keqiang ne ha parlato apertamente ai 3.000 delegati riuniti nella Grande sala del popolo durante la seduta di apertura dei lavori annuali del Parlamento cinese.
Un lungo intervento quello del premier Li, durato un’ora e mezza per spiegare quali sfide economiche e sociali attendono la Cina nel 2019 e forse nei prossimi anni.
Per l’1,4 miliardi di cinesi “i rischi e le sfide sono più grandi e maggiori in numero e dimensioni”.
La disoccupazione è prevista in crescita per il 2019 dal 5% al 5,5% nelle aree urbane. Anche la Cina è alle prese con la Quarta rivoluzione industriale e le ricadute sull’occupazione che essa genera, dove l’uomo è sostituito dall’automazione.
Il premier cinese assicura incentivi alle aziende che assumeranno i disoccupati “strutturali”, e lancia un programma di formazione professionale per consentire ai lavoratori di aggiornare le competenze. Le imprese saranno liberate dalla burocrazia promette Li, che promette anche 11 milioni di nuovi posti di lavoro.
La guerra commerciale è il grande problema esterno della Cina. “Onoriamo lealmente i nostri impegni e siamo risoluti nella tutela dei nostri diritti e interessi legittimi”, avverte Keqiang rivolgendosi al Congresso.
Il Congresso cinese dovrà tutelare la proprietà intellettuale delle aziende straniere varando una legge che argini gli abusi del governo centrale. La legge è parte dell’accordo non ancora siglato con gli USA, per tutelare gli interessi delle società statunitensi contro i furti di competenze tecnologiche praticate dalle omologhe aziende cinesi.
La spesa militare in Cina è prevista in crescita anche per il 2019, ma meno rispetto al 2018: dall’8,1% si passerà al 7,5%, per una spesa complessiva di 175 miliardi di dollari USA secondo le stime del ministero delle Finanze.
Il governo cinese farà ricorso al debito per stimolare la domanda interna.
300 miliardi di dollari sono previsti per ridurre del 3% l’aliquota IVA del primo scaglione che passerà al 13%, e taglio dell’1% sul secondo scaglione IVA che scenderà al 9%.
Il taglio delle tasse e il sostegno all’occupazione peseranno sul rapporto deficit/Pil della Cina, il quale è in aumento al 2,8%.
In Cina 829 milioni di persone usano internet e di queste 817 milioni usano lo smartphone per navigare in rete. Per venire in contro alle esigenze di una popolazione perennemente connessa in rete, il premier cinese ha annunciato in conclusione di discorso il taglio delle tariffe internet del 20%, strappando un applauso convinto e prolungato ai 3.000 delegati.
La Borsa di Shanghai chiude in rialzo dello 0,3%, mentre la Borsa di Shenzhen ha chiuso in rialzo dell’1,36%.
Dati in controtendenza rispetto alle altre borse asiatiche, quasi tutte in rosso:
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.