Borsa Hong Kong vuole comprare la Borsa di Londra e anche Piazza Affari. Proposta da 36 miliardi di euro, all inclusive, recapitata a Londra.
Ha almeno del singolare la notizia che la Borsa di Hong Kong ha offerto 36 miliardi di euro per acquistare la Borsa di Londra e di conseguenza anche la Borsa di Milano.
La Borsa di un piccolo stato non stato, che acquisisce la più grande Borsa d’Europa, il London Stock Exchange.
Sono tanti i fattori “curiosi” di questa offerta, perché Hong Kong è una ex colonia del Regno Unito, ceduta circa 25 anni fa alla Cina; ma anche perché l’offerta cade in un momento storico particolarmente difficile sia per l’amministrazione a statuto speciale cinese, che per il Regno Unito.
Da una parte i sommovimenti popolari che rischiano di sfociare in guerra interna (Hong Kong), dall’altra parte la crisi esistenziale del popolo britannico e al contempo di una intera classe politica incapace di decidere: Brexit sì o Berxit no, e se Brexit sì, con o senza accordo… o forse meglio le elezioni anticipate?
Ecco, in questo contesto, è arrivata a “ciel coperto” l’offerta non richiesta di acquisto. La Borsa di Hong Kong comprerebbe tutto, debito, contanti e azioni: tutto incluso.
Le motivazioni sono descritte nel lungo comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale della Borsa di Hong Kong, HKEX Group.
La proposta è volta a creare una infrastruttura di mercato con una impronta globale, allo scopo di diversificare i vari asset e beneficiando delle evoluzioni macroeconomiche mondiali a cui i mercati sono oggi soggetti. Dichiaratamente, unire i mercati emergenti dell’Est con quelli dell’Ovest.
Elevare il ruolo della Borsa di Londra consentendole di “catturare le significanti opportunità di crescita presentate dalla Cina continentale”. Fare di Londra il centro del mercato euro-dollaro ma anche dello yuan offshore.
Fare di Hong Kong “la chiave di connessione tra la Cina continentale, l’Asia e il resto del mondo”.
Dichiaratamente, la Cina vuol comprarsi il mercato finanziario europeo e con esso l’Europa. E lo fa non con la Borsa di Shenzhen o di Shanghai, ma più velatamente con la Borsa di Hong Kong.
Far diventare la Borsa di Londra un hub per lo yuan quale riserva di valore non più solo per i cinesi, ma anche per gli europei e poi per il mondo intero. Insomma, un vero attacco frontale agli equilibri attuali.
Lo yuan diventerebbe nel giro di un decennio una valuta di scambio di riferimento, anche in Europa.
Dovrebbe destare non poca preoccupazione negli USA, (ma anche in Europa!) una offerta di acquisto del genere.
Il dollaro USA, già in forte crisi da tempo, potrebbe ricevere un colpo durissimo e perdere definitivamente lo scettro di riserva di valore che gli equilibri post seconda guerra mondiale gli avevano affidato.
L’indice Hang Seng nasceva con la sua Borsa nel 1969, ha quindi una lunga storia, ma è a partire dalla fine degli anni ‘80 che assume un ruolo crescente nella realtà finanziaria e economica asiatica prima e mondiale poi.
L’indice HSI, dal 1987 è cresciuto inesorabile al netto di alcune battute di arresto (fisiologiche). La sua posizione resta strategica e la fusione con la Borsa di Londra potrebbe davvero spostare l’asse finanziario globale verso oriente.
La Borsa di Milano appartiene al London Stock Exchange e se i cinesi la troveranno strategica o quantomeno utile, ci saranno opportunità di espansione per Piazza Affari.
La Borsa di Londra si lascerà comprare dalla Cina?
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.