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Borsa di Milano: lo spred Btp-Bund sfonda i 300 punti

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Oct 2, 2018, 09:47 GMT+00:00

La Borsa di Milano è sotto pressione, lo stesso lo spread dei Btp-Bund a 10 anni sopra quota 300. Tria ha il difficile compito di spiegare la manovra finanziaria 2018 ai mercati e all'UE.

Borsa di Milano: lo spred Btp-Bund sfonda i 300 punti

Il documento di economia e finanza su cui si baserà la manovra finanziaria 2018 sta generando notevoli turbolenze sui mercati europei e principalmente alla Borsa di Milano. Dopo il tonfo di venerdì, ieri la Borsa aveva guadagnato terreno spinta anche dalle ottime notizie sull’occupazione in Italia che nel mese di agosto ha superato ogni aspettativa portando la disoccupazione sotto il 10%. La festa è durata poco e il FTSE MIB ha chiuso in perdita (-0,49%).

Lo spread Btp-Bund ha seguito un andamento speculare all’indice FTSE MIB e questa mattina lo spread sfonda i 300 portandosi a quota 310 punti con i Btp decennali che ora rendono il 3,43%.

Lo scontro Italia UE indebolisce i mercati europei

Questa mattina Londra oscilla intorno la parità e Bruxelles è a +0,64%. Piazza Affari fa registrare un -1,47% al momento, ma bisognerà vedere come evolverà la giornata sul piano politico.

Ieri le parole del commissario agli affari economici, Pierre Moscovici, avevano turbato i mercati e non hanno fatto meglio le parole di dura risposta del ministro del lavoro e vicepremier Luigi di Maio.

Le parole di Moscovici generatrici della turbolenza nei mercati hanno riguardato il lungo periodo della strategia economico finanziaria dell’attuale governo italiano:

Per il momento quello che so è che il deficit del 2,4%, non solo per l’anno prossimo ma per tre anni, rappresenta una deviazione molto, molto significativa rispetto agli impegni presi”.

Quindi non una bocciatura solo della manovra finanziaria di questo anno ma dell’intera strategia economica del governo italiano, che ha naturalmente agitato gli investitori.

Di Maio ha risposto con parole molto dure:

Stamattina a qualcuno non andava bene che lo spread non si fosse impennato. Moscovici, che non è italiano, si è svegliato e ha pensato bene di fare una dichiarazione contro l’Italia, contro il Def italiano e creare tensione sui mercati.

Moscovici ha contro replicato alle parole di Luigi Di Maio, affermando che il suo intento non è terrorizzare i mercati, il suo “ruolo come commissario è fare in modo che le regole siano rispettate da tutti.”

Anche il presidente della Commissione UE Jean-Claud Juncker getta benzina sul fuoco:

Se l’Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell’euro. Bisogna essere moto rigidi”.

A tali parole ha immediatamente risposto il ministro dell’economia Tria:

Non ci sarà nessuna fine dell’euro. Io non ho parlato con Juncker, ho parlato con Moscovici e Dombrovskis, sarà un’idea di Juncker”.

Tria: devo spiegare la manovra italiana ai mercati e all’Unione Europea

Questo è il compito che attende il ministro dell’economia Giovanni Tria, spiegare ai mercati e all’Unione Europea che il 2,4% di deficit per tre anni non è un problema per l’Italia e di conseguenza non deve esserlo neppure per i partner europei.

Tria spiega che è vero, il 2,4% non corrisponde esattamente ad alcune regole europee ma questi dibattiti e schermaglie fanno “parte della normale dinamica europea, è sempre accaduto a molti Paesi nel corso degli ultimi decenni”.

In effetti dalla prospettiva italiana può sembrare che noi siamo gli ultimi della classe, quelli che non fanno mai bene i compiti o che si comportano sempre male, in realtà in Europa sono tanti i paesi che non rispettano questo o quel vincolo.

Tria è consapevole che le regole europee bisogna rispettarle, “ma ci sono delle situazioni economiche in cui bisogna fare delle valutazioni”.

Il ministro Tria, proverà a mostrare la qualità della manovra, che si tratta di una manovra per la crescita dell’Italia. Questa è la scommessa e se la vinciamo “tutto va bene, senno cambieremo manovra come sempre bisogna fare”, conclude il ministro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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