Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato in forte calo del -5% settimanale, già sotto i 68 dollari al barile. In forte rialzo, invece, il gas naturale, sui 2,925 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato ancora in calo, ampiamente sotto quota 70 dollari al barile e fin oltre i 68 dollari. I ribassi hanno così superato un -5% su base settimanale e il rischio è che la commodity possa ora raggiungere i minimi relativi di metà Settembre a 66,6 dollari.
Di contro, il prezzo del gas naturale sta spingendosi in forte territorio rialzista dopo aver testato il target di 2,9 dollari. L’avvicinamento ai 3 dollari tondi, come più volte discusso, potrà causare forti momenti di volatilità.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI viene scambiato a quota 67,80 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,919 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato in forte calo, dopo l’ultimo arretramento di ieri dai 70,5 dollari al barile. Questo capitombolo ha spinto la commodity fin sotto il target di 68 dollari al barile, non lontano dai suoi minimi relativi toccati l’11 Settembre a 66,6 dollari.
Sarà proprio questo l’obiettivo principale di breve termine, in uno scenario che sta vedendo la materia prima sempre più sotto pressione e priva di quell’impeto rialzista osservato nei momenti più caldi del conflitto in Medio Oriente.
L’eventuale recupero partirà invece dai valori che ci sono ormai più noti. La prima resistenza si presenta a quota 70 dollari, seguita dai livelli di 70,8 e di 71,5 dollari. Quest’ultimo livello si trova appena oltre l’EMA a 50 giorni (esattamente a quota 71,35$) e potrebbe garantire un primo recupero di breve termine per la materia prima.
Solo dopo il ritorno sui 72 dollari, il prezzo del petrolio greggio WTI potrà riuscire a impostarsi nuovamente in territorio rialzista per cogliere ulteriori stimoli di ripresa.
Il prezzo del gas naturale ha testato quota 2,95 dollari prima di arretrare leggermente sul target attuale di 2,925. Stamane, la commodity potrà però ritentare l’approccio della resistenza a 2,95 dollari e, da lì, estendersi verso i 3 dollari tondi.
Questo target in passato ha rappresentato la resistenza principale di breve termine per il gas naturale, non ancora approcciata a dovere. La pressione ribassista insita in questo livello psicologico ha infatti comportato picchi di volatilità che hanno reso impossibile un test approfondito.
Anche in questa occasione, ritengo che l’esito dei rialzi sarà il medesimo: a mio avviso, il prezzo potrà spingersi fino all’area di accumulazione sui 2,98 dollari, prima di essere costretto a ritracciare verso la fascia più comoda di 2,8 dollari. Da qui, potrà prendere le mosse una nuova stabilizzazione di breve termine.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.