Il prezzo del petrolio greggio WTI riprende quota con il rinfocolarsi delle tensioni in Medio Oriente; il gas naturale, invece, arretra sui 2,6 dollari dopo l'iniziale rialzo.
Il prezzo del petrolio greggio WTI, con l’apertura di questa prima settimana piena di Novembre, sta reagendo all’inasprimento delle ostilità in Medio Oriente, tra Israele e Iran. Dopo i primi cali, il prezzo ha riaperto infatti sui 70,7 dollari, in rialzo del +1,8%.
Il gas naturale, invece, è riuscito a mantenersi in assetto rialzista pur cedendo parte dei rialzi; con una chiusura in calo del -1,6%, il prezzo del gas si era fermato in area 2,65 dollari. Adesso, i ribassi sono proseguiti fino al supporto di 2,6 dollari.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 70,71 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,594 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI potrebbe subire una decisa spinta rialzista dopo l’ennesima escalation in Medio Oriente, che minaccia un attacco iraniano ai danni di Israele.
In caso di ripresa tecnica, l’andamento di breve termine potrebbe vedere un nuovo recupero della resistenza a 72 dollari; da qui, il petrolio greggio avrebbe spazio per un ritorno verso il livello intermedio di 72,4 dollari e oltre, fino ai 73,5 dollari.
Il livello di prezzo più rilevante è proprio quello di 71,65 dollari appena superato, perché coincide appieno con l’EMA a 50 giorni. Raggiunto questo valore, il petrolio greggio si pone in un assetto più spiccatamente rialzista, pronto a una bull-run eventualmente alimentata dalle tensioni geopolitiche.
Il prezzo del gas naturale, diversamente dal petrolio greggio, si mantiene in un’area di prezzo più solida e non soggetta ad ampie raffiche di volatilità. Tuttavia, non possiamo non evidenziare l’arretramento dai massimi relativi a 2,8 dollari, compiuto come una sorta di riassorbimento spontaneo dei rialzi segnati la scorsa settimana.
In questo contesto tecnico, non ritengo plausibile un veloce ritorno sul target psicologico di 3 dollari tondi. Risulta invece più verosimile un allungo sufficiente a conquistare nuovamente la resistenza di 2,8 dollari, in vista di un consolidamento delle quotazioni.
Il target di 2,65 dollari ha però rappresentato in passato un importante baricentro per le quotazioni e potrebbe attirare una certa attenzione, fungendo ancora una volta da spartiacque tra lo scenario rialzista attuale e quello più spiccatamente ribassista, con proiezioni fino ai supporti di 2,5 e 2,42 dollari già nel corso della settimana. Considerati i ribassi di questa riapertura weekly, non escludo per prima cosa un test del supporto intermedio di 2,5 dollari.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.