Il petrolio greggio WTI mostra ancora debolezza e potrebbe presto toccare il supporto principale di 80$, mentre il gas è su nuovi minimi.
Il prezzo del petrolio greggio WTI, come previsto, ha innescato un nuovo ribasso di entità sicuramente limitata, ma sufficiente a confermare i dubbi in merito alle possibilità di proseguimento rialzista.
Anche il gas naturale ha perso quota, con un calo del -5% nella sessione di ieri, nuovamente sul minimo relativo di 2,2 dollari. Nuovi ribassi potrebbero agevolmente rigettare la commodity sul target di 2 dollari, in piena area di ipervenduto.
Con tutta probabilità, lo scenario ribassista continuerà ad avere la meglio per il gas, mentre il petrolio greggio WTI potrebbe essere presto chiamato al test del supporto di 80 dollari al barile.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 81,5 dollari e il gas naturale passa di mano a 2,155 dollari.
Il petrolio greggio WTI viene scambiato ancora in territorio rialzista, ma le contrazioni di queste ore potrebbero spingere ben presto la commodity sul supporto di 80 dollari al barile.
In caso di superamento di questa linea di difesa, l’andamento tecnico di breve termine scivolerebbe chiaramente in territorio ribassista, con prospettive di estensione verso i 78 e i 77,5 dollari al barile.
Ribassi più ampi, almeno nel brevissimo termine, non sono plausibili per una commodity ancora fortemente sostenuta dal contesto geopolitico in Medio Oriente.
Per quanto concerne il gas naturale, l’andamento tecnico di breve termine si sta facendo più spiccatamente ribassista. Dopo un mese di cali netti, nella giornata di ieri la commodity ha raggiunto nuovi minimi relativi e potrebbe adesso spingersi verso i 2 dollari tondi.
Dal target attuale, i ribassi potrebbero proseguire fino ai supporti di 2,10 e 2,04, prima del livello tondo di 2 dollari. In questa fascia di prezzo, in chiaro territorio di ipervenduto, potremmo attenderci un rimbalzo ampio e duraturo, volto a riconquistare almeno i livelli di resistenza tra i 2,3 e i 2,5 dollari.
Se però la pressione di vendita dovesse risultare accessiva, non si esclude una definitiva rottura del supporto a 2 dollari con collassi del prezzo verso nuovi minimi tra 1,8 e 1,5 dollari.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.