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La situazione di Alitalia

Da:
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: May 9, 2017, 13:11 GMT+00:00

Alitalia non sembra trovare acquirenti. Né soggetti interessati a rilevare quote parziali. Non è interessato il gruppo delle Ferrovie dello Stato, non è

La situazione di Alitalia

Alitalia non sembra trovare acquirenti.

Né soggetti interessati a rilevare quote parziali.

Non è interessato il gruppo delle Ferrovie dello Stato, non è interessata Lufthansa (che sta lavorando per ampliare una collaborazione con Air Berlin) e neanche Iag, che preferisce virare su altro, come ribadito da Willie Walsh, ad del gruppo: “Ovviamente vediamo qualche opportunità di crescita organica in Italia. Cercheremo di capire se ci sia l’opportunità di accelerare la crescita focalizzata su Vueling”.

Comprensibile la scelta di non puntare su una compagnia aerea in amministrazione controllata, specie in un momento di scontro in cui i lavoratori hanno respinto il piano di ristrutturazione e ricapitalizzazione.

In questo versante si inseriscono i sindacati, che per voce del segretario generale della UIL Trasporti, Claudio Tarlazzi, difendono la posizione conservatrice, argomentando quanto segue: “Salvare e sviluppare Alitalia è possibile. Eliminando i sovraccosti rappresentati dai contratti di fornitura per servizi di manutenzione per almeno 40 milioni di euro, rinegoziando i contratti di leasing che rappresentano un sovraccosto di almeno 56 milioni di euro; ritornando al precedente sistema di prenotazione e acquisto dei biglietti, più funzionale e meno costoso (88 milioni di euro) ed eliminando, infine, la pazzia di un contratto di assicurazione sul prezzo del carburante che lo fissa di oltre 20 dollari a tonnellata in più del reale prezzo di mercato con un aggravio di almeno altri 130 milioni, l’azienda è in grado di ripristinare l’equilibrio di bilancio, visto che nel 2016 ha registrato un Ebit negativo di 336 milioni di euro”.

E prosegue il segretario: “Come già accade in molti Paesi europei è allora necessario pensare a una partecipazione pubblico-privato nell’azionariato di Alitalia; occorre anche rendere più funzionale il sistema complessivo dei trasporti e dell’intermodalità, in termini di infrastrutture materiali ed immateriali, e rivedere il sistema della concorrenza con regole che consentano di competere ad armi pari, ridefinendo nello specifico le condizioni alle quali alcune low cost operano nel nostro Paese”.

Alle idee chiare di Tarlazzi si ricollega Anna Maria Furlan, segretario generale della Cisl, per la quale: “Alitalia è un’azienda che in tanti anni è stata più volte ristrutturata e riorganizzata. L’incapacità manageriale del passato è sotto gli occhi di tutti, basta vedere i risultati. Dobbiamo cambiare impostazione, voltare pagina e dare una fisionomia ad Alitalia di grande azienda di trasporto internazionale”.

Le dichiarazioni di cui sopra esprimono con forza posizioni solide e quasi intransigenti, il problema sarà conciliarle con l’orientamento istituzionale: operazione davvero complicata, specie rispolverando le dichiarazioni del  Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

Qui le parole del Ministro: “Il Governo ha escluso la nazionalizzazione di Alitalia e credo che i cittadini, che hanno pagato 7,5 miliardi, più questo prestito ponte, quindi 8 miliardi, sono molto attenti a come vengono usati i loro soldi e noi dobbiamo essere molto attenti a come vengono usati”.

Slogan a parte, finché la compagnia di bandiera tricolore non riceverà offerte, ogni discorso al riguardo apparrà sempre come altamente superfluo.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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