Fare carry trade con le valute emergenti, secondo Goldman Sachs è il momento di impegnarsi nel costruire una strategia sistematica, e indica la rotta.
Goldman Sachs pensa alle prossime mosse da mettere in campo quando le acque saranno più calme e così, per quanto riguarda il mercato delle valute fiat, si pone alla ricerca di quelle valute che mostrano segnali promettenti nel prossimo futuro per fare carry trade.
La banca americana guarda ai mercati emergenti e alle relative valute nazionali, quindi guarda al peso messicano MXN, al rand del Sudafrica (ZAR) e al rublo della Federazione Russa (RUB).
Da ribadire che per Goldman Sachs è ancora presto puntare su una valuta emergente, perché il dollaro mostra ancora molta instabilità a causa delle sempre più imminenti elezioni presidenziali negli USA, e a causa del ritorno dei lockdown nazionali causati dal nuovo coronavirus che deprimono l’economia reale e i mercati finanziari.
Ma pensare in modo sistematico alle opportunità da cogliere una volta che la crisi si sarà placata, è una ottima strategia da veri investitori professionisti.
Anche secondo Kamakshya Trivedi del Global Foreign Exchange Committee, riporta Cnbc, il peso messicano mostra le condizioni più attraenti con un “beta ciclico elevato” e “carry long elevati”.
Va notato però che il peso ha al momento meno spazio per salire ulteriormente rispetto ad altre valute emergenti, infatti, nonostante le forti vendite dell’ultima settimana nella coppia USD/MXN, il peso messicano resta comunque del 10% sopra il livello di prezzo fatto registrare prima della pandemia.
Per gli esperti, tuttavia, resta la maggiore preferenza per effettuare operazioni di carry trade nei mercati emergenti.
Il carry trade, la speculazione finanziaria sul tasso di interesse, è una pratica molto utilizzata dagli investitori che investono in valuta estera reale (non CFD). Con tale meccanismo gli investitori prendono a prestito somme in una valuta ad alto rendimento per finanziare una operazione con una valuta a basso rendimento.
L’obiettivo di questa operazione è di accalappiare la differenza tra i due tassi di interesse.
Ma bisogna anche valutare il beta ciclico, che indica la sensibilità della valuta al ciclo economico in atto e ai rendimenti di mercato.
Secondo Trivedi, quindi, in una prospettiva di medio periodo i fondamentali macroeconomici sono favorevoli al peso e i rendimenti restano elevati.
Per tale motivo il peso messicano resta una scelta interessante nei mercati delle valute emergenti.
Secondo gli analisti di Goldman Sachs, riporta ancora Cnbc, lo ZAR del Sudafrica è “deeply undervalued”, cioè è molto sottovalutato ed ha quindi molto margine di ripresa.
Lo stesso dicasi per il rublo russo (RUB) che rispetto alle vendite di inizio anno si trova ancora in una condizione ottimale.
Attenzione al rand, però, a metà ottobre il Sudafrica presenterà il suo bilancio nazionale di medio termine e potrebbe causare delle forti fluttuazioni del prezzo. Inoltre la situazione politica interna non è molto stabile.
Per quanto riguarda il rublo, invece, ci sono fattori macroeconomici interni favorevoli che sono in fase di attenuazione.
Bisognerà quindi valutare e capire, per lo ZAR e il RUB, se i beta globali riusciranno a battere i “venti contrari domestici”.
Goldman Sachs si dice ottimista nei confronti del rand perché è molto sensibile ai dati della Cina, dove il recupero dell’economia prosegue. Non solo, le presidenziali in USA dovrebbero mettere sotto pressione la coppia USD/RUB per tutto ottobre e fino ai giorni successivi alle elezioni, per tale motivo il rand ha importanti potenziali di rialzo.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.