Come ci si attendeva, ieri la BCE ha comunicato un'estensione del QE di altri 600 miliardi di euro, che si affiancano agli altri fondi messi a
Come ci si attendeva, ieri la BCE ha comunicato un’estensione del QE di altri 600 miliardi di euro, che si affiancano agli altri fondi messi a disposizione del piano pandemico di acquisto titoli raggiungendo complessivamente quota 1350 miliardi di euro.
Inoltre, la BCE ha reso noto che il piano sarà esteso di altri sei mesi e dunque durerà esattamente per un anno da adesso, fino al 2021; il termine iniziale era invece fissato per fine anno.
Sono rimasti immutati invece i tassi di interesse, che alcuni analisti ipotizzavano invece in aggiustamento.
Con il PEPP della BCE quasi raddoppiato, lo spread BTp/Bund è sceso a 178 punti, ai valori minimi di Marzo 2020 e ben sotto i quasi 200 punti del giorno precedente.
Nonostante tutto però le borse europee, ieri, hanno frenato dopo una settimana di rialzi a catena.
Ieri le borse europee hanno rallentato dopo i rialzi della settimana, con andamenti particolarmente volatili e solo in parte bilanciati dall’intervento della BCE.
Così, i principali indici europei hanno chiuso con una contrazione più o meno lieve rispetto agli ottimi guadagni settimanali.
Nel dettaglio, il FTSE MIB di Piazza Affari si è mantenuto in parità (-0,04%) mentre il CAC 40 di Parigi e il DAX30 di Francoforte hanno perso rispettivamente il -0,21% e il -0,45%.
Leggermente peggio l’Ibex-35 di Madrid in calo del -0,78%.
Negli scorsi giorni, l’euro aveva iniziato a rafforzarsi contro il dollaro e si era ritenuto opportuno fissare un nuovo livello di supporto a quota 1,08. Ieri, con la nuova mossa della BCE l’euro ha guadagnato ancora terreno e attualmente il cambio ha raggiunto quota 1,13.
La moneta unica è attualmente in rialzo anche nei confronti dello yen (123,75) e della sterlina (0,90).
Quanto all’oro, fino ad ora l’andamento settimanale è stato povero di variazioni significative oltre i segmenti di prezzo stimati. Rispetto al mese scorso, l’oro si trova infatti ancora stabile e stamattina alle 08:00 è scambiato a 1709 dollari l’oncia.
Per un rialzo nel breve periodo, è ancora necessario un rallentamento nei mercati azionari e un calo dei rendimenti del Tesoro.
Il petrolio negli scorsi giorni ha continuato a muoversi con discontinuità, a causa dei dubbi sul taglio della produzione.
Quella attuale è dunque una fase di cauta attesa, in cui gli investitori attendono stimoli da parte dei paesi produttori. Questa mattina, il greggio Wti è scambiato a 37,56 dollari al barile, mentre il Brent resta sopra i 40 dollari, e precisamente a 40,29 al barile.
In assenza di un’accurata pianificazione per i tagli dell’OPEC+, il timore degli investitori è che questi possano essere allentati, con un’incremento dell’offerta eccessivo rispetto alla pur crescente domanda dei Paesi in ripresa.
Il meeting inizialmente fissato per il 9 e 10 Giugno in via virtuale era stato, secondo indiscrezioni, anticipato al 4 Giugno, ma all’ultimo minuto è slittato nuovamente.
La settimana dei mercati si conclude oggi con pochi market movers di rilievo, come le vendite al dettaglio italiane su base mensile e annuale, i dati sulla produzione industriale spagnola e quelli sugli ordini alle fabbriche tedesche.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.