U.S. Fed taglia i tassi d'interesse sui federal funds come preannunciato, ma il Dow Jones non reagisce, mentre le borse asiatiche in parte sì.
Nel giorno del Super Tuesday lo U.S. Fed non attende il 18 marzo per decidere e con una riunione straordinaria del FOMC taglia dello 0,50% i tassi di interesse dei federal funds per rispondere all’emergenza economica generata dal nuovo coronavirus. La mossa era attesa perché lo stesso Jerome Powell l’aveva annunciata la settimana scorsa e dopo le pressioni del Tycoon, ma soprattutto ha pesato il perdurare dei segnali di crisi che provengono anche dai mercati, ecco quindi la decisione netta del board.
Il taglio ha riguardato in particolare i federal funds, con un decurtamento di mezzo punto percentuale portandolo nella forchetta tra l’1% e 1,25%.
Questa volta il taglio è stato deciso all’unanimità da tutto il FOMC, segno deciso di come la situazione sia presa sul serio da tutti e con responsabilità.
“Il Comitato segue da vicino gli sviluppi e le conseguenze per l’outlook economico e userà tutti i suoi strumenti in modo appropriato per supportare l’economia”, si legge nel brevissimo comunicato.
Wall Street non ha reagito alla scelta di Powell nel modo che ci si aspettava, il Dow Jones ha chiuso lasciando sul terreno il -2,94%, mentre il Nasdaq ha chiuso con una perdita del -2,99% e l’indice S&P 500 con una perdita del -2,81%. Lo S&P 500 è così crollato da quasi 3400 punti a 3035 punti dal 20 febbraio al 4 di marzo. Il Dow Jones ha chiuso a 25.917 punti il 3 marzo, scivolando dai 28.992 punti di venerdì 21 febbraio.
Netto lo scivolone anche del Nasdaq che ha comunque provato a rialzarsi, tuttavia dai 9.817 punti del 19 febbraio è scivolato agli attuali 8684 punti.
Nel giorno in cui lo US Fed decide di tagliare il tasso d’interesse sui federal funds, le Borse asiatiche danno segnali di ottimismo seppure con qualche eccezione.
La Borsa di Shenzhen chiude in positivo del +0,74%, ma la Borsa di Hong Kong chiude in lievissima perdita a -0,03%. Debolmente positivo l’indice Nikkei alla Borsa di Tokyo del +0,08% e in positivo anche l’indice Kospi della Borsa di Seoul a +0,58%.
Avrà avuto una qualche influenza il Super Tuesday delle primarie americane sull’andamento della Borsa di New York? Probabilmente no, dal momento che i primi risultati si sono avuti solo in nottata, quando Wall Street era chiusa e comunque: le primarie non eleggono certo il presidente degli USA.
Piuttosto il Super Tuesday ha dato una indicazione di chi sarà lo sfidante di Donald Trump alle presidenziali di novembre. John Biden si è riconquistato la scena vincendo, al momento, in 9 Stati su 15, mentre però mancano ancora i risultati definitivi di alcuni Stati USA che hanno partecipato al Super Tuesday. Quello che si evince al termine di questa tornata di primarie è che Mike Bloomberg si può quasi considerare irrilevante e potrebbe anche decidere di abbandonare la corsa, e di sostenere la corsa di uno dei candidati (Biden?) economicamente.
Biden e Sanders sono i due candidati che si contendono il ruolo di candidato alle presidenziali USA per i Democratici. Biden è risorto e potrebbe ora essere lui il candidato più quotato, ma ci sono ancora molti delegati da conquistare.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.