Serve un ombrello contro inflazione che sia ampio e resistente. Le materie prime della transizione energetica e i bond globali sono una risposta.
Di questi periodi serve un ombrello molto grande e anche resistente (che purtroppo non fanno più), perché l’inflazione picchia duro e la guerra di invasione in Ucraina non provocata, pone seri pericoli ai prezzi dei beni e dei servizi.
Parliamoci chiaro, a rischiare di più è l’Europa il cui Pil è già stato rivisto al +3% circa contro l’oltre +4% stimato per il 2022 prima della guerra. L’Europa non riuscirà a beneficiare come avrebbe voluto della fine della pandemia.
Quest’ultima, la fine della pandemia (anche se l’Oms non l’ha ufficialmente dichiarata), avrebbe dovuto spingere i consumi degli europei nei prossimi mesi dopo averli accumulati negli ultimi due anni.
Il settore del turismo potrebbe restare uno di quelli che beneficeranno maggiormente di questa ripresa.
Tuttavia, la guerra in Ucraina ha esacerbato il rischio inflazione su massimi storici che non si vedevano da decenni anche in Europa, non solo negli Stati Uniti.
Come difendersi dal rischio che la Russia non ci faccia più arrivare il grano (pare che abbia già sequestrato alcune navi nel Mar Nero e che vilmente affondi quelle che vogliono uscirvi)?
Come difendersi dal concreto rischio che l’Ucraina, una volta caduta in mano della Russia, sia impedita dall’inviare tutte le materie prime che prima cedeva all’Europa?
La risposta è ovvia, bisogna difendersi investendo in materie prime. Non solo materie prime, ovvio, il mix dovrebbe essere azioni e materie prime, ma queste ultime servono.
In questi anni abbiamo presentato numerose guide dedicate ai metalli e terre rare, tra cui:
E molte altre. Tali materie prime erano già viste in crescita prima che Vladimir Putin decidesse di far piombare l’inferno sull’Ucraina, ed ora si sono ulteriormente apprezzate.
Per le materie prime, ora si guarderà molto all’America Latina che ne esce in qualche modo “vincente” da questa situazione perché lontana dal conflitto.
Altra posizione strategica da adottare riguarda i global bond. T. Rowe Price, con il suo prodotto finanziario Dynamic Global Bond, negli ultimi 5 anni ha ottenuto dei rendimenti contenuti ma positivi, come riporta il Financialounge.
In particolare la strategia dynamic global bond ha ottenuto una media del +0,45% sulla gestione attiva di titoli di Stato di tutto il mondo.
Più nello specifico la componente dedicata al debito emergente ha generato un rendimento annuo del +0,16%, mentre l’esposizione specializzata sul credito ha apportato una crescita del +0,28% ulteriore alla strategia dynamic global bond.
Siamo in presenza di rendimenti molto bassi, tuttavia in situazioni critiche come quelle in cui ci troviamo ora per alcuni investitori potrebbe rappresentare pur sempre un porto sicuro.
Alcuni analisti spingono sul dollaro USA come riserva di valore e consigliano di acquistare dollari e di cedere euro.
C’è un però in questo “consiglio” dato da più parti che… come dire, risulta un po’ tardivo.
Chi è solito scambiare valute estere per mantenere il valore nel tempo della propria liquidità, sa che determinati acquisti di valuta estera si fanno in anticipo e non quando ormai quella valuta estera si è apprezzata rispetto all’euro.
Questa fase è quella in cui vendi dollari e compri euro. Mentre quando l’euro tornerà a rafforzarsi contro il dollaro, sarà il momento di cedere gli euro per riacquistare i dollari.
Funziona così, non al contrario.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.