Un calcolo condotto dalla Fondazione Hume riporta le perdite dell'economia italiana a causa dell'incertezza politica instauratasi dopo le elezioni politiche di marzo 2018. Il quadro, seppure virtuale, non è per nulla positivo. Perso oltre il 10% del Pil nazionale.
La Fondazione David Hume si è posta una domanda non marginale, cioè quanto ha perduto l’economia italiana a causa dell’incertezza politica dal dopo elezioni politiche 2018 ad oggi?
Ebbene l’incertezza politico-finanziaria nata in Italia dopo le elezioni del 4 marzo 2018 ha fatto perdere ai risparmi di famiglie, imprese, e operatori finanziari residenti in Italia ben 198 miliardi di euro, pari al 10% del Pil. Di cui 107 miliardi dall’insediamento del governo.
I calcoli della Fondazione Hume si sono concentrati sul mercato azionario italiano (società quotate); i titoli di stato detenuti da individui e operatori residenti in Italia (esclusi quelli posseduti da Banca d’Italia); il mercato obbligazionario italiano.
La Fondazione Hume afferma che le sue sono stime prudenziali, è quindi “ragionevole pensare che le perdite effettive siano state maggiori di quelle” stimate.
Si tratta di un calcolo virtuale, così come le perdite sono virtuali, quindi potrebbero essere riassorbite e addirittura tramutarsi in guadagni se la situazione economica italiana e le valutazioni delle agenzie di rating come Mody’s dovessero variare nei prossimi mesi.
Le perdite sono state calcolate fra tre momenti temporali di riferimento:
Va anche ricordato che le stime della ricerca, per stessa ammissione della Fondazione, “non sono né definitive, né perfette, specie per il mercato obbligazionario, dove le informazioni disponibili sono più disperse che sugli altri due mercati (azioni e titoli di Stato)”.
Tenendo in considerazione la nota chiarificatrice sopra riportata, vediamo a quanto ammonterebbero virtualmente le perdite di famiglie e imprese italiane a causa della instabilità politica.
In questo caso i dati sono forniti dalla Banca d’Italia e riguardano i tassi di deprezzamento di azioni, obbligazioni e titoli di Stato. Le perdite virtuali per famiglie e imprese ammontano ad almeno 122 miliardi di euro dalla data del voto, di cui 68 miliardi dal giorno dell’insediamento del governo.
In questi dati devono sentirsi incluse quelle famiglie e quelle imprese italiane la cui ricchezza finanziaria (o almeno una parte) è più sensibile alle fluttuazioni di mercato, data la natura dei loro investimenti: titoli del debito pubblico, obbligazioni, quote di fondi comuni, azioni e altre partecipazioni (società non quotate incluse).
Si devono invece considerare esclusi i depositi bancari e postali, i titoli emessi da soggetti esteri, e tutte quelle forme di ricchezza più resilienti alle fluttuazioni di mercato.
Se invece includiamo nel calcolo tutti i soggetti detentori di titoli di Stato, obbligazioni, azioni di società quotate, quindi, compresi gli investitori esteri e la Banca d’Italia, le perdite complessive ammontano a oltre 300 miliardi di euro virtuali di cui la metà all’incirca nel dopo voto e l’altra metà nel dopo governo.
Per quanti fossero interessati ad approfondire il calcolo della Fondazione David Hume sulle perdite virtuali dell’economia italiana a causa dell’incertezza politica nel dopo elezioni politiche 2018, può leggere il testo integrale sul sito della fondazione.
Si tenga presente che le stime sono state composte a partire dai dati forniti dal MEF, dalla Banca d’Italia, da Milano Finanza, Investing e Borsa Italiana.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.