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WTI per la prima volta in negativo

Pubblicato: Apr 21, 2020, 09:57 GMT+00:00

Il prezzo del petrolio precipita ai minimi in questo secolo a causa di un crollo della domanda e dell’effetto contango sui future

petrolio greggio

Il prezzo del greggio è precipitato dapprima ai minimi degli ultimi trent’anni, per poi proseguire nella sua caduta, arrivando addirittura in territorio negativo per quanto riguarda la scadenza di maggio del futures sul WTI.

L’effetto congiunto di quelli che in finanza potremmo definire come due “cigni neri”, ovvero la tragica diffusione del coronavirus e il mancato accordo tra i paesi OPEC + a marzo, sono stati i fattori scatenanti di questo drammatico crollo sul petrolio, la materia prima più colpita in questa fase.

Anche se il cartello dei paesi produttori, ad inizio aprile, ha finalmente raggiunto un accordo per un taglio di 9,7 milioni di barili al giorno di produzione, il prezzo del petrolio è sceso ulteriormente. L’accordo, non è stato quindi sufficiente ad arrestare la caduta, visto che gli analisti stimano un calo della domanda di quasi 30 milioni di barili al giorno, tre volte tanto il taglio raggiunto dall’OPEC+.

Il Brent ha subito una brusca flessione ma il crollo più drammatico si è verificato sul WTI, il benchmark petrolifero degli Stati Uniti, con il contratto di maggio che è sceso in territorio negativo, fino ad un valore monstre di -40,32 dollari al barile. Tuttavia, con la scadenza del contratto di maggio, il forte contango presente sul mercato future segnala un aumento dei prezzi. Su CME, infatti, il contratto WTI di giugno veniva infatti scambiato a $20 mentre per il contratto con scadenza a luglio il prezzo è addirittura in area $27.

Se guardiamo oltre a settembre, il prezzo è ancora più alto e si colloca sopra la soglia psicologica di $ 30 in corso. Se si osservando le scadenza successive, ad esempio marzo 2021, il prezzo al 20 aprile era attorno ai $35. Da notare come il giorno seguente il calo sia proseguito anche sulle scadenze seguenti, come si vede nell’immagine (future di giugno, sceso a 15 dollari in data 21 aprile 2020).

Questo enorme effetto contango (ossia il fatto che i prezzi dei contratti con scadenza futura abbiano prezzi decisamente più alti rispetto ai future con scadenza più vicine nel tempo) è alimentato dall’enorme offerta presente sul mercato, che sta affossando i prezzi di breve termine.

Una parte di questo surplus dovrebbe iniziare a diminuire nel medio/lungo termine quando gli effetti negativi del lockdown globale verranno progressivamente meno. Un altro fattore da considerare è quello legato ai costi per lo stoccaggio, particolarmente elevati in questa situazione macroeconomica in cui la maggior parte dei serbatoi-cisterna sono già pieni di petrolio.

L’investitore che intende prendere una posizione sul petrolio o comunque investire sulle materie prime, sia con un contratto future o tramite CFD o ETF, deve prendere in considerazione tutti questi elementi e comprendere appieno le implicazioni legate a questo effetto contango sui prezzi. Stiamo senz’altro vivendo una fase storica di grandi cambiamenti ed anche il prezzo del petrolio viene interessato da questi movimenti.

Carlo alberto de casa – Chief analyst ActivTrades

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