Ci sarà più petrolio sul mercato nella seconda metà dell’anno e il mercato si sta adattando, stabilizzandosi a circa 70 dollari.
Le quotazioni del contratto future sul petrolio greggio con consegna 05/25 hanno toccato quest’oggi massimi relativi a quota 69.68, prima di arretrare colpite da probabili prese di beneficio fino agli attuali 68.73. Mentre scriviamo, il contratto Light Crude Oil scambiato in dollari al Nymex perde lo 0.54%.
Il grafico a candele settimanali evidenzia un tentativo di ripristino della tendenza rialzista in atto sin dopo il raggiungimento dei minimi della prima metà di marzo a 65.22. Con riferimento alle prossime cinque/dieci giornate, possiamo localizzare nuovi livelli di supporto a quota 67.62/67.90 e 66.85/67.05, che costituiranno altrettanti probabili punti di reazione in caso di arretramenti.
Sulla tenuta di questi supporti poggiano le aspettative di una rottura definitiva della resistenza passante per la linea dei 69.50, già messa sotto test con i massimi odierni. Successivamente, ci dovrebbe essere spazio per un allargamento ulteriore del rialzo fino all’area tra 71.60/72.00. Lo scenario descritto necessiterebbe di una pronta revisione solo in presenza di una chiusura daily inferiore a 66.85.
I grandi nomi del trading di materie prime prevedono un mercato petrolifero ben rifornito quest’anno, anche se restano dubbi sulla crescita della domanda globale. I prezzi del petrolio potrebbero scendere ulteriormente visto che l’offerta sta aumentando, specialmente con l’OPEC+ pronta a ridurre gradualmente i tagli volontari alla produzione nei prossimi mesi.
Tra gli economisti interpellati da Reuters, Russell Hardy, CEO di Vitol, ha spiegato che ci sarà più petrolio sul mercato nella seconda metà dell’anno e che il mercato si è già adattato a questa previsione, stabilizzandosi dai precedenti 80 dollari al barile a circa 70 dollari. Torbjorn Tornqvist di Gunvor è d’accordo e pensa che l’offerta supererà la domanda, aggiungendo che senza particolari interferenze, i prezzi potrebbero scendere ancora.
Ben Luckock di Trafigura ha fatto notare che ci sono dubbi su dove arriverà la domanda, con segnali di rallentamento sia dalla Cina che dalle economie statunitense ed europea. Infine, c’è l’incognita Iran. Secondo Luckock, qualsiasi pressione politica da parte degli Stati Uniti sull’Iran potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi del petrolio.
Su grafico a barre da 30 minuti ci concentriamo sull’individuazione dei livelli di supporto che sorreggono il rialzo già in corso nel brevissimo periodo, ossia con riferimento alle prossime 1/2 giornate al massimo. In particolare, i supporti sono attualmente posizionati a 68.68/68.72 e 68.23/68.30.
Entrambi i livelli costituiranno, tra stanotte e l’intera sessione di domani 26 marzo, punti di probabile ripartenza del rialzo in caso di arretramenti. Le aspettative sono di rialzo fino a 69.55 e 69.90. Lo scenario descritto verrebbe interrotto solo dall’eventuale cedimento del supporto principale a 68.23, confermato da almeno una chiusura inferiore su grafico a 30 minuti.
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