Con i piani vaccinali che avanzano in tutto il mondo, nonostante alcune battute d'arresto, diverse zone economiche mostrano segni di ripresa.
Quest’anno il prezzo del petrolio continuerà quindi a crescere, sostenuto da un aumento della domanda?
La domanda di petrolio è in ripresa anche se, soprattutto nel breve termine, ci sono ancora dei rischi significativi a causa di un aumento dei contagi e delle nuove restrizioni decise dai singoli governi, come abbiamo visto di recente in India. Lo scenario sta complessivamente migliorando ma, dopo il lungo rally iniziato alla fine di aprile del 2020, era necessaria una pausa di consolidamento. Ed è quello che abbiamo visto negli ultimi giorni con il WTI che si sta muovendo in trading-range a ridosso dei 60 dollari.
In molti Stati ci potrebbero essere ulteriori restrizioni per arrestare la diffusione del Covid. Ciò potrebbe rovinare le recenti previsioni dell’OPEC e dell’IEA che vedono un aumento dei consumi nel secondo semestre?
Ci potrebbe essere un consolidamento o un calo moderato dei prezzi, ma siamo lontani anni dal panic selling a cui abbiamo assistito nella primavera del 2020. Questo scenario, per fortuna, è assai improbabile che si ripeta. Il prezzo si dovrebbe muovere in un trading-range compreso tra i 57 e i 65 dollari. Un’eventuale correzione troverà comunque una valida zona di supporto in area 52/50 dollari. Ma lo scenario più probabile è quello di un consolidamento laterale.
Prezzo del petrolio, piattaforma ActivTrader
Cosa potrebbe essere deciso nei prossimi mesi dall’OPEC? I paesi membri potrebbero decide di aumentare la produzione in modo da compensare l’impatto delle precedenti chiusure di forniture?
Probabilmente continueranno a seguire la stessa linea del mese scorso che prevede, in modo estremamente graduale, un minor taglio della produzione, affinché il mercato lo possa assorbire senza alcuno shock di prezzo. Lo scenario resta quindi positivo anche se i rischi potrebbero essere dietro l’angolo.
Qualsiasi fattore di instabilità può alimentare una salita dei prezzi del petrolio. Lo si è visto recentemente con gli attacchi alle installazioni petrolifere saudite e con il blocco del Canale di Suez. Ma sono fattori temporanei, generati principalmente dal timore di un’offerta insufficiente a soddisfare la domanda di petrolio. La possibilità che si verifichino ancora eventi di questa natura potrebbe spingere l’OPEC ad aumentare ulteriormente la produzione?
Questi driver di mercato sono generalmente imprevedibili. Inoltre, dobbiamo distinguere tra le questioni che vengono risolte in 24/48 ore e i fattori che invece incidono nel lungo termine e che hanno un impatto molto più significativo sulla domanda o sulla produzione. Solo in questo secondo caso l’OPEC+ potrebbe decidere di intervenire per cambiare la quantità di petrolio che viene prodotto.
Se tutto va come previsto, quali possono essere le previsioni per il prezzo del petrolio per quest’anno? Che peso avranno le tanto temute pressioni inflazionistiche di questi ultimi tempi?
Mi aspetto che il prezzo si stabilizzi nell’attuale trading range, consolidando la ripresa degli ultimi mesi. Ulteriori rialzi non saranno sicuramente così significativi visto che la ripresa è ancora debole. L’inflazione, invece, non sembra essere un problema imminente ma ovviamente, se questo scenario dovesse cambiare, potremmo avere un movimento importante sui prezzi.
Intervista a Carlo Alberto De Casa, capo analista presso ActivTrades
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