•Venerdì scorso, la compagnia petrolifera italiana Eni ha riportato risultati trimestrali migliori del previsto •Una spintarella sulla capitalizzazione di 60 miliardi può essere notevole
Come è facilmente immaginabile, una grande parte delle aziende in questo settore opera nella ricerca ed estrazione di petrolio, noto come “esplorazione e produzione”. Poiché è sempre più difficile trovare petrolio le aziende petrolifere spendono somme ingenti per recuperare l’oro nero dai luoghi difficili da raggiungere. Fino a pochi anni fa, questi luoghi non venivano presi nemmeno in considerazione per via delle difficoltà implicite nell’attività estrattiva. Ad oggi, con l’aumento del prezzo del petrolio, questi luoghi diventano attrattivi e aziende come ENI e Total si cimentano nell’estrazione di petrolio.
Quando il prezzo del petrolio sale, come è accaduto quest’anno, i titoli petroliferi aumentano il loro valore e proprio grazie a questo effetto Total ha aumentato i suoi profitti di quasi il 50% in più rispetto a un anno fa.
Il prezzo di un barile di petrolio ha superato gli 80 dollari al barile a settembre. Nonostante questo, i prezzi sono poi ridiscesi e apparentemente l’Arabia Saudita asseconda le richieste degli Stati Uniti di abbassare i prezzi del petrolio. In una recente dichiarazione, è stato affermato che i mercati saranno riforniti senza alcuna interruzione e l’offerta potrebbe superare la domanda entro la fine dell’anno. In questo clima di fiducia e stabilità, Eni e altre aziende petrolifere prosperano poiché possono pianificare le loro attività nel lungo termine con aspettative abbastanza realistiche.
In assenza di venti contrari il titolo Eni potrebbe galoppare fino a toccare nuovamente i 16.5 punti. Volendo essere più realistici, ci aspettiamo movimenti leggermente altalenanti per il resto della settimana. Nonostante questo, il trend resta positivo e il titolo ha delle ottime possibilità di superare il valore di 15.75 rispetto agli attuali 15.36.
Nonostante il trend positivo, Eni ha avuto delle sofferenze nel settore del gas. Queste difficoltà sono state coperte dal prezzo del petrolio crescente ma questo potrebbe non aiutare a lungo. Ad oggi questo non sembra intimorire l’azienda che invece punta a ricomprare parte delle sue azioni tramite un meccanismo di shares buyback, come dichiarato a Reuters. Questo scelta porterebbe ad alzare il valore del titolo Eni e possibilmente i dividenti per gli azionisti.
Sebastiano ha un background in Business Administration con esperienze di studio alla Boston University. Dopo i suoi studi ha proseguito la sua carriera come consulente in aziende quali Accenture e Deloitte. In entrambi i casi si è focalizzato in ambito fintech coniugando la passione per la tecnologia al suo lavoro. Attualmente scrive di come la tecnologia influenza l’economia su alcuniportali online.