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Wall Street sprofonda. Svalutazione del renmimbi cinese affossa i mercati

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Aug 6, 2019, 07:01 GMT+00:00

Wall Street sprofonda. La svalutazione del renmimbi (yuan) cinese affossa i mercati di tutto il mondo senza risparmiare nessuna Borsa: è guerra valutaria.

Wall Street

Ieri le accuse dirette di Donald Trump via Twitter alla Cina, accusata di fare “manipolazione della valuta”, abbassando il prezzo del renmimbi (yuan) al “minimo quasi storico”.

E nei fatti la svalutazione dello yuan provoca una pioggia di vendite a Wall Street che sprofonda.

Siamo quindi passati dalla guerra sui dazi commerciali per penalizzare i prodotti del Paese concorrente, alla guerra valutaria quale forma di compensazione per i forti dazi imposti dagli USA alla Cina.

Detto in parole povere. Se gli USA aumentano le tasse sull’importazione dei prodotti cinesi, la Cina risponde svalutando lo yuan così da mantenere i prezzi dei suoi prodotti esportati comunque competitivi.

Una mossa che ha infiammato i pollici di Trump, che ha inviato al mondo web tweet infuocati senza risparmiare il governatore dello U.S. Fed Jerome Powell, il quale sarebbe reo di non aver tagliato i tassi d’interesse del dollaro a livelli concorrenziali con le altre economie mondiali.

Wall Street sprofonda

Wall Street perde ben 767,27 punti base (25.717,74) pari al -2,9%, sul Dow Jones, in una sola seduta. Perdite che si sommano a quelle dei giorni scorsi, che hanno portato il Dow Jones da oltre 27 mila punti a 25.600 punti nel punto più basso toccato ieri.

Malissimo anche il Nasdaq 100 che chiude in perdita del 3,6% a 7.415,69 punti (-277,11), recuperando qualcosa sul finale di giornata.

Perdite gravi anche per l’indice S&P 500 pari al 2,98%, l’indice era già tornato sotto i 3 mila punti la settimana scorsa e ora va sotto i 2.900 a 2.844,74 punti (87,31 in una sola giornata).

Fa peggio ancora l’indice S&P 100, che chiude a 3,06% a quota 1.256,99 punti base (39,66).

Perdite significative anche per gli indici Russell, il Russell 2000 chiude a 1.487,41 punti (-46,25) cedendo il 3,02%.

I titoli che subiscono le maggiori perdite sono nei settori dell’energia, dell’IT e finanziario. Apple perde oltre il 5%, Visa quasi il 5%, IBM cede il quattro e mezzo percento.

Perché la Cina svaluta il renmimbi (yuan)

La svalutazione del renmimbi (yuan) è la risposta della Cina alle provocazioni e intimidazioni di Trump, che nei giorni scorsi aveva minacciato il governo cinese di aggiungere ulteriori 300 miliardi di dazi sui prodotti importati dal paese asiatico, a partire dal mese di settembre.

Ma la svalutazione dello yuan non è l’unica misura volta a danneggiare gli USA, la Cina sta imponendo anche il blocco alle importazioni di prodotti agricoli statunitensi alle compagnie statali cinesi. Una misura volta a ledere significativamente l’economia USA.

Lo scenario di una guerra commerciale totale

Non solo Wall Street, ma anche le borse europee hanno ceduto terreno con Parigi a -2,1%, Londra -2%, Francoforte -1,8%, Madrid -1,3% e il FTSE MIB al -1,3% come l’IBEX 35 spagnolo.

Le borse asiatiche non sono andate certamente meglio, Tokyo ha perso l’1,74%, Shanghai l’1,1%, Shenzhen l’1%, Hong Kong il 2,8% e Seul il 2,5%.

Perdite consistenti, che dipingono lo scenario nel quale ci si potrebbe trovare se la guerra commerciale USA – Cina dovesse diventare totale. Totale nel senso di un inasprimento continuo dei dazi, e di risposte a suon di svalutazioni delle valute.

Per l’economia globale che stenta a riprendersi, potrebbe significare il colpo di grazia a ogni tentativo di ripresa da qui ai prossimi anni.

Vincono i beni rifugio

In questa situazione di paura generalizzata e di estrema cautela, vincono i beni rifugio come l’oro e i metalli preziosi. Vincono le criptovalute, su tutte il bitcoin che torna a crescere.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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