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Moscovici sulla manovra economica: ‘Lavoro affinché Italia non sia sanzionata’

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Dec 18, 2018, 09:39 GMT+00:00

Pierre Moscovici, commissario UE agli affari economici, usa toni concilianti nei confronti dell'Italia e concede più tempo per trovare una soluzione che vada bene a tutti.

Pierre Moscovici

Pierre Moscovici usa toni diversi questa volta, e lo fa ai microfoni di RTL Francia:

“Lavoriamo giorno e notte con le autorità italiane per conciliare le misure che vogliono varare con il rispetto delle regole di bilancio”.

Il commissario europeo agli affari economici, aggiunge anche che la sua Francia non sarà sanzionata per lo sforamento del 3% del deficit nel 2019 e il lavoro che la Commissione UE sta portando avanti mira a evitare le sanzioni anche all’Italia.

“Penso che sarebbe negativo è un grande Paese della zona euro, in cui ha il suo posto”, ha aggiunto Moscovici riferendosi al nostro Paese.

Mercoledì non ci sarà alcun verdetto UE

La Commissione europea vuole evitare lo scontro con l’Italia a tutti i costi, così come vuole evitare che i gilet gialli in Francia diventino un problema più grande. Avere a che fare con la Brexit ed anche con il crescente malcontento in seno a molti Paesi UE, potrebbe diventare poco sostenibile e generare effetti spiacevoli a pochi mesi dal voto europeo di maggio 2019.

A tutti i costi, pensano a Bruxelles, bisogna scongiurare che le votazioni europee si tramutino in un referendum.

Riunione improvvisa Conte – Tria

Ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato il ministro dell’economia Giovanni Tria per una riunione non programmata.

Conte ha convocato il ministro per “finalizzare l’accordo” con Bruxelles.

Bisogna aggiungere che nella mattinata di ieri Tria ha parlato al telefono con i commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis.

Tria ha quindi compilato uno schema, inviato a Bruxelles, il quale prevede l’abbassamento del deficit al noto 2,04% e una revisione sulla stima di crescita del Pil per il 2019 dall’1,5% all’1%.

Ora si attende che la Commissione UE risponda; se la risposta sarà positiva allora il ministro Tria invierà una lettera formale all’Unione Europea e la manovra economica, verrebbe approvata dal Parlamento italiano così com’è. Ma non c’è nulla di definito.

Reddito e Quota 100 non si toccano oltre

Dalla riunione straordinaria di domenica sera è uscito un verdetto chiaro, Di Maio e Salvini hanno detto no allo snaturamento del reddito di cittadinanza e della riforma pensionistica a quota 100.

Hanno però dato mandato a Conte e Tria di trovare tutte le risorse necessarie per evitare la procedura d’infrazione.

Il punto è proprio questo, dove trovare altri fondi se il “grosso” di questa manovra è nei 12 miliardi di euro (erano 16) dei capisaldi del Patto di governo giallo-verde?

Le soluzioni per trovare i soldi che mancano alla legge di bilancio

Il premier Conte e il ministro Tria, insieme ai tecnici del MEF, hanno il compito di trovare altri fondi da tagliare nelle pieghe di bilancio.

Le misure potrebbero però scontentare altri, già, perché una delle ipotesi è di rinviare di un anno o due addirittura le agevolazioni fiscali per le operazioni delle grandi imprese, che riguardano le fusioni e le acquisizioni. Da questa misura si ricaverebbe un miliardo e ne mancherebbero ancora due all’appello per soddisfare Bruxelles.

Un altro miliardo verrebbe incassato dalle dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato che, lo ricordiamo, si aggiunge ai due miliardi già preventivati come clausola di garanzia.

Altri 500 milioni devono essere “raccimolati” attraverso tagli alla spesa pubblica.

Basterà tutto questo alla Commissione UE per evitare all’Italia una inutile procedura d’infrazione e l’apertura di una crisi politica dagli esiti assai incerti, a pochi mesi dalle elezioni politiche europee?

Per ora resta la mano tesa di Moscovici, il quale attenderà che il Parlamento italiano approvi la manovra economica, atto che certificherà gli impegni presi dal governo Lega – M5S.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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