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Ethereum Foundation nelle corti dei Fondi Sovrani in Medio Oriente

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jul 3, 2019, 08:11 GMT+00:00

Ethereum Foundation nelle corti dei Fondi Sovrani in Medio Oriente, a caccia di investimenti che potrebbero dare una accelerazione allo sviluppo della blockchain.

Ethereum Foundation

Ethereum Foundation è a caccia di fondi in Medio Oriente per provare a convincere i Fondi sovrani a investire nel progetto Ethereum.

Lo riporta Coindesk.com che ha potuto parlare con Virgil Griffith, capo dei progetti speciali della Ethereum Foudation. E di progetto speciale si tratta, anzi, di una missione ai limiti del possibile, convincere che Ethereum è un progetto rispettoso delle leggi islamiche e che quindi si può investire in esso.

Ethereum compatibile con la Sharia

Il compito della Ethereum Foudation è dimostrare agli sceicchi che Ethereum è compatibile con la Sharia, per riuscire a strappare dai Fondi sovrani anche solo un piccolo pezzetto dei miliardi di euro in essi custoditi.

In effetti se uno dei governi del Golfo Persico dovesse aprire i forzieri ed appoggiare economicamente lo sviluppo della blockchain Ethereum, a quel punto non ci sarebbero più limiti alle possibilità di ETH. Facile ipotizzare che la ricerca avanzerebbe spedita e l’implementazione di nuove caratteristiche avverrebbe nel giro di pochi mesi e non più anni.

Quella di Griffith, per sua stessa ammissione, è una missione difficile, egli lo paragona al gioco dei dadi e afferma che il suo compito è “tirare i dadi” e sperare che esca il suo numero, o meglio, il numero fortunato che spalanca i portali dove sono conservate le ingenti quantità di denaro dei Fondi sovrani alimentati dal petrolio del Medio Oriente.

L’Arabia Saudita interessata ad Ethereum?

In Arabia Saudita fare trading con le criptovalute è vietato dalla legge, ma un trader anonimo ha rivelato a Coindesk che il governo dell’Arabia Saudita potrebbe essere interessato all’uso di Ethereum implementando su di esso nuovi progetti nazionali che aiutino l’economia del regno.

Non solo il governo sarebbe interessato, ma anche gli sviluppatori sauditi userebbero principalmente la piattaforma blockchain Ethereum per testare applicazioni decentralizzate. Per ora, si tratta solo di test perché c’è molta cautela a riguardo.

ConsenSys un passo avanti

Nel frattempo ConsenSys, la società di Joseph Lubin, è già un passo avanti in Medio Oriente. Nella capitale degli Emirati Arabi Uniti (EAU), Dubai, ConsenSys ha stretto una collaborazione commerciale con lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum per rendere la capitale emiratina la prima città al mondo totalmente blockchain-based entro il 2021.

L’obiettivo del progetto in essere con la società Emirates Integrated Telecommunications Company, è di creare un sistema automatizzato di emissione e certificazione di qualsiasi documento emesso dalle amministrazioni governative degli EAU.

Per realizzare grandi progetti servono fondi

Del resto anche Ripple da alcuni anni è in missione nel Medio Oriente, dove ha stretto collaborazioni con numerose e importanti banche per implementare la RippleNet e favorire i pagamenti transfrontalieri.

I ricchissimi paesi del Golfo Persico in particolare, offrono lavoro a milioni di stranieri dell’Asia in particolare. Un bacino di utenti che Ripple non vuole lasciarsi scappare.

Ma in generale il mondo blockchain, per così dire, sta maturando anche sotto il profilo della ricerca dei capitali e si rivolge quindi lì dove i fondi a disposizione sono tanti, ingenti.

Avere dalla propria parte un Fondo sovrano potrebbe significare per Ethereum dormire sonni tranquilli, mentre il suo progetto si espande ed il prezzo di ETH sale verso nuove cime inesplorate.

Per ora è tutto solo un sogno arabo.

Il prezzo di Ethereum oggi

Una letta al prezzo di Ethereum oggi, per verificare che ETH vale 296,46 USD secondo CoinMarketCap.com, in aumento del 6,36% dopo i forti cali degli ultimi giorni. Il capitale di mercato di ETH è di 31,6 miliardi di USD, il volume nelle ultime 24 ore di 10,5 miliardi di USD.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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