Confcommercio interviene ancora sulla Fase 2 avanzata per comunicare che riaprono oltre 800mila imprese ma nell’incertezza dei dati.
Confcommercio ha calcolato le imprese italiane che riaprono a partire da oggi 18 maggio con le riaperture di negozi, bar, ristoranti e settore bellezza. Sono 824.255 le imprese che riaprono, anche se Confcommercio già avverte che per quanto riguarda bar e ristoranti ne apriranno 7 su 10, che fanno 196mila esercizi.
Il settore del commercio è quello che rappresenta la cifra più consistente di attività che riprenderanno, ovvero 240.596 sulle circa 433mila totali (alcune non hanno mai chiuso come gli alimentari). Riaprono oggi 72mila imprese dell’abbigliamento e delle calzature, 14mila punti vendita di mobili e 59mila postazioni di ambulanti di beni non alimentari.
Restano chiuse le attività sportive e di intrattenimento che rappresentano 73.523 imprese. E poi restano ferme le agenzie di viaggio e i tour operator per mancanza di richieste. Ricordiamo che la riapertura dei confini regionali avverrà solo dal 3 giugno prossimo, di fatto le vacanze fuori regione non si possono fare.
Riaprono quindi oltre 800mila imprese ci dice Confcommercio, ma riaprono indubbiamente nell’incertezza economica più che delle regole sanitarie che sono state fornite dall’Inail e basta solo andarsele a leggere.
Che ripartenza sarà?
Secondo le ultime previsioni di Confindustria la caduta è storica, con il PIL nel primo trimestre crollato del -4,7% secondo la stima del Centro studi Confindustria. L’Industria è calata del -28% a marzo e la caduta ad aprile è stimata del -23%, mentre maggio è il mese della riapertura e a giugno vedremo come sarà andata a finire.
Il PMI (Purchasing Managers Index) nel settore industriale è a 31,1 punti, mentre nei servizi il PMI è a 10,8.
Di conseguenza il calo del PIL nel secondo trimestre del 2020 è stimato in -9%, mentre un parziale recupero è atteso a partire dal terzo e quarto trimestre con la riapertura di tutti i settori.
Tuttavia la ripresa sarà difficile perché ci sono scorte accumulate e imprese in grande difficoltà. Nel 2021 si prevede una ripresa del +5,6%, ma sarà solo un recupero.
Chi vorrà investire nell’incertezza economica di un 2020 che potrebbe causare una nuova chiusura a ottobre o a novembre, se le persone non sapranno adeguatamente proteggersi contro la seconda ondata del nuovo coronavirus?
Secondo Confindustria gli investimenti saranno quasi del tutto rinviati al 2021, con una caduta stimata nel -15,5%. Anche in questo caso nel 2021 si verificherà solo un parziale recupero del +9,1%.
La chiusura di tutto e l’obbligo di restare a casa, hanno causato inevitabilmente un crollo nei consumi. La stima è del -14% per la spesa nel primo trimestre e del -9,9% nel secondo trimestre di quest’anno. Nel 2021 Confindustria stima una ripresa del +5,7%, sempre a parziale recupero.
E poi c’è l’export, il settore strategico nazionale che è crollato del -16,8% a marzo secondo i dati doganali e non se la caverà meglio nel secondo trimestre, gli indicatori qualitativi puntano verso il basso. Il crollo atteso nel 2020 è del -14%. Qui sarà vitale potenziare le capacità di vendita online dei prodotti italiani verso l’estero e di fornire tutte le rassicurazioni possibili sulla sicurezza sanitaria dei prodotti italiani: farà la differenza per la ripresa delle esportazioni.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.