Il gas naturale quotato negli USA è prossimo al test di un livello che costituisce uno spartiacque per l'oscillazione di breve periodo.
I prezzi del gas naturale, quotato in dollari al Nymex, si avviano a concludere la sessione odierna in recupero del +2.58% a quota 3.336, in un contesto di rimbalzo che sta proseguendo dai minimi raggiunti venerdì scorso 31 gennaio a quota 2.990.
Il mercato del gas è reduce da una fase correttiva del 31.56% sviluppatasi a partire dai massimi del 13 gennaio scorso, registrati a 4.369. Come è evidenziato dal grafico weekly, dove ogni candela rappresenta una settimana di oscillazione dei valori, ci stiamo avvicinando al test della principale linea di resistenza valida per la settimana in corso, situata tra 3.400/3.425.
Tale livello costituisce una sorta di spartiacque per l’oscillazione riferibile alle prossime tre-cinque giornate. Prezzi stabilmente inferiori manterrebbero invariata l’inclinazione ribassista assunta dopo i massimi di gennaio, agevolando un ritorno delle quotazioni sulla zona dei minimi della scorsa settimana, tra 2.990 e 3.044.
Le probabilità sembrano però pendere verso un allargamento del rimbalzo, orientato al raggiungimento dell’area di verifica di breve periodo immediatamente superiore, coincidente con i 3.625/655. Passeremo in seguito all’analisi più dettagliata del grafico a barre intraday, per individuare i riferimenti tecnici che sorreggono il rimbalzo in atto.
Il senatore Dan Sullivan ha esortato il Giappone e gli alleati asiatici degli Stati Uniti a sostenere un progetto sul gas da 44 miliardi di dollari in Alaska, avvertendo che, in caso contrario, potrebbe essere la Cina ad approfittarne.
Sullivan ha detto che il tema potrebbe emergere nell’incontro tra Donald Trump e il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba alla Casa Bianca. Secondo Reuters, il Giappone sta valutando un supporto al gasdotto per evitare tensioni commerciali con gli USA, sebbene nutra dubbi sulla sostenibilità economica della pipeline da 800 miglia, che collegherebbe i giacimenti nel nord dell’Alaska a un terminal per l’esportazione verso l’Asia.
Nonostante le perplessità sui costi, funzionari giapponesi sarebbero aperti a un accordo. Sullivan ha definito il progetto un’opportunità strategica per il Giappone, la Corea del Sud e Taiwan.
Su grafico a barre da 30 minuti vediamo come i prezzi stiano cercando di assumere accelerazione al rialzo, dopo aver rotto la principale resistenza di giornata che era situata sulla linea dei 3.270.
Le aspettative sono di ampliamento del recupero fino a 3.575 e 3.613, obiettivi virtualmente raggiungibili entro la prima metà della prossima settimana. I supporti che sorreggono lo scenario si trovano a 3.218 e 3.140/155. Entrambi costituiranno punti di probabile ripartenza del rialzo in caso di arretramenti durante la sessione di giovedì 6 febbraio.
Il segnale tecnico è long solo su riavvicinamento ai supporti, da rilevazioni comunque non superiori a 3.218. Lo stop va piazzato in violazione di quota 3.140, confermata da almeno una chiusura inferiore su grafico a 30 minuti; a questa condizione sarebbe indispensabile intervenire con nuovi aggiornamenti.
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