Mario Draghi dal simposio delle banche centrali a Sinstra dice: La BCE è pronta a intervenire ancora. L'Ira di Trump non si fa attendere via Twitter.
Il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi è intervenuto durante il simposio delle banche centrali europee svoltosi in Portogallo a Sintra martedì 18 giugno, affermando che la BCE è pronta a intervenire ancora se le condizioni dell’economia europea lo dovessero richiedere.
“In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un’inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo”, dice Draghi. La BCE ha ancora margine per applicare ulteriori tagli ai tassi d’interesse e “misure per mitigare eventuali effetti collaterali”.
La BCE ha ancora strumenti disponibili per superare anche questo momento vuol far capire Draghi ed è pronta ad usarli, c’è “spazio considerevole” anche per quanto riguarda la riattivazione del quantitative easing.
Il presidente della BCE Draghi ricorda come lo scenario economico è ancora negativo ed i rischi non si sono attenuati, anzi, continua ad esserci una persistenza di debolezza anche per i prossimi trimestri. I rischi a cui si riferisce Draghi riguardano in particolare la politica protezionista innescata dagli USA e che ora sta coinvolgendo anche l’India. I mercati emergenti, inoltre, restano deboli e contribuiscono all’incertezza.
L’incertezza prosegue Draghi, pesa in particolare sull’export dei paesi europei e sull’industria manifatturiera.
Non usa mezzi termini Mario Draghi: “Se la crisi ci ha insegnato qualcosa, è che noi useremo tutta la flessibilità disponibile entro il nostro mandato per rispondere a qualsiasi sfida all’obiettivo di stabilità dei prezzi”.
L’obiettivo del presidente della BCE è mantenere l’inflazione europea intorno al 2% per stimolare le economie nazionali.
“Rimaniamo in grado di migliorare la nostra forward guidance adeguando il suo orientamento e le sue condizioni per tenere conto delle variazioni nel percorso di aggiustamento dell’inflazione”.
Draghi ha richiamato la politica alla sua responsabilità nello stimolare l’economia quando è in una condizione di debolezza.
Draghi ha voluto dire che non si può lasciare alla sola BCE il compito di sostenere ed accollarsi le crisi. Gli stati non possono poggiarsi sulla politica monetaria, ma devono svolgere un ruolo attivo con misure volte a stimolare la ripresa economica.
“Abbiamo persino visto casi in cui la politica fiscale è stata pro-ciclica andando in direzione contraria allo stimolo monetario” ha denunciato Draghi.
Per concludere Draghi ha inviato un suggerimento ai politici europei:
“Creare spazio fiscale aumentando l’output potenziale attraverso riforme e investimenti pubblici e rispettando il quadro fiscale europeo aiuterà a preservare la fiducia degli investitori nei paesi con un alto debito pubblico, bassa crescita e uno spazio fiscale limitato”.
Il presidente degli Stati Uniti d’America ha letto le parole di Draghi come una minaccia agli interessi nazionali degli USA. Trump ha letto il discorso di Draghi come un tentativo di svalutare l’euro nei confronti del dollaro per favorire le esportazioni.
Ma la risposta di Draghi è stata secca e veloce: “L’obiettivo della BCE è mantenere stabile l’inflazione, non manipolare il tasso di cambio, il nostro mandato è la stabilità dei prezzi”.
Ricordiamo che Trump è in partenza per il G20 in Giappone, dove incontrerà Xi Jinping, presidente della Cina, per un faccia a faccia che sarà probabilmente decisivo per sbloccare le trattative USA – Cina sull’accordo commerciale che dovrebbe evitare ulteriori dazi incrociati.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.