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Per la Corte dei Conti le finanze del sistema Italia sono fragili

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jan 5, 2020, 09:23 GMT+00:00

Per la Corte dei Conti le finanze del sistema Italia sono fragili, il debito pubblico è alto e le crisi internazionali non ci aiutano.

Corte dei conti

Non sarà un anno positivo per i conti del Paese, secondo la Corte dei Conti il 2020 si “preannuncia impegnativo per il governo dei conti pubblici”. A gravare sulla situazione economica interna le incertezze provenienti dal “quadro macroeconomico internazionale”.

La nostra economia, “già al di sotto della media europea” è troppo debole per sostenere gli urti che derivano dalle crisi internazionali. L’esatto opposto della Germania, che nonostante il periodo critico nel 2019 ha segnato il record di occupati da 30 anni a questa parte.

Le affermazioni preoccupate della Corte dei Conti giungono durante la presentazione del rapporto di Programmazione dei controlli e delle analisi per l’anno 2020.

Secondo la Corte dei Conti:

“Le difficoltà interessano ampi comparti della domanda aggregata e in particolare le componenti interne. I consumi delle famiglie sono in decelerazione, nonostante l’ancora buona intonazione del mercato del lavoro e il benefico effetto che la bassa inflazione esercita sul reddito disponibile reale”.

Di cosa ha bisogno l’Italia per riprendersi?

Secondo la Corte dei Conti l’Italia ha bisogno di investimenti, i quali mancano e senza di essi non vi sarà un impulso adeguato all’economia.

L’Italia ha bisogno di investire in “ricerca e innovazione, istruzione e formazione di capitale umano, infrastrutture e salvaguardia del territorio, energie rinnovabili e green economy”.

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L’export ci salva

A salvare l’Italia, almeno in parte, l’export che è in positivo e mitiga l’insoddisfacente dinamica della domanda interna.

Tuttavia l’export è influenzato dalla guerra commerciale in atto nel mondo e scatenata dall’amministrazione Trump. Anche i fattori di rischio geopolitico, ultimo l’assassinio di Soleimani, causano problemi al nostro export. Basti pensare al blocco alle esportazioni verso la Russia a causa della sanzioni dell’UE nei confronti di quel Paese; all’embargo USA contro l’Iran che ha costretto l’Italia a rivedere i suoi piani di investimento nell’area.

La finanza pubblica è esposta a rischi

La Corte dei Conti non nasconder nulla, la finanza pubblica corre dei rischi.

“La condizione dei conti del nostro Paese, infatti, pur in un contesto di tassi di interesse assai più favorevole di quello prefigurato nel Def dello scorso aprile, appare fragile ed esposta a rischi, nel breve come nel medio termine”.

A preoccupare il disavanzo pubblico che è di poco inferiore al 3% e non lascia molti margini di manovra per nuovi interventi, per quelle che sono state le scelte della manovra economica del 2019, approvate a fine 2018 dall’allora governo gialloverde (Lega – M5s).

Il debito pubblico

Anche il debito pubblico italiano è da tenere sotto controllo per la Corte dei Conti. Secondo il rapporto programmatico per il 2020:

“I recenti aggiornamenti delle previsioni disegnano uno scenario peggiore di quanto previsto in aprile in occasione della presentazione del DEF, sia in termini di stock delle passività lorde delle Amministrazioni pubbliche, sia sotto il profilo delle prospettive di breve e medio termine”.

La Corte dei Conti monitorerà la situazione

La Corte dei Conti si occuperà di monitorare attentamente la situazione, e di verificare che le misure adottate dalla manovra economica 2020 non peggiorino il già delicato quadro economico.

Va letta alla luce del rapporto della Corte dei Conti, probabilmente, la scelta del Governo italiano di introdurre misure a debito come la lotteria sugli scontrini, l’eliminazione del super ticket, solo a partire dalla seconda metà del 2020. Il primo semestre servirà al Governo (ammesso che duri) a capire se dette misure potranno essere davvero applicate oppure no.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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