Brexit, la Camera dei Comuni dice no a ben quattro proposte alternative all'accordo May-UE. A questo punto l'uscita senza accordo sembra essere a un passo.
Sempre più complicata e incomprensibile quanto avviene a Westminster dove la Camera dei Comuni ha bocciato anche le nuove quattro proposte di piano B (su otto presentate), portati in aula come alternative all’accordo di separazione dalla UE (Brexit) bocciato per ben tre volte negli ultimi mesi.
Ancora no, ed è un no questa volta all’ipotesi di una soft Brexit, che in un caso prevedeva una permanenza del Regno Unito nell’unione doganale, e nell’altro caso un “mercato unico 2.0” come è stato definito ed in stile Norvegia. Quest’ultima proposta è stata del parlamentare Nick Boles, il quale in seguito alla bocciatura delle proposte si è dimesso dal partito perché secondo lui è “incapace di compromessi”.
No anche a una ipotesi di referendum bis, nonostante i cinque milioni di voti raccolti nelle settimane scorse, appunto perché la Camera si occupasse di valutare tale ipotesi. Ed ancora un no alla proposta di revocare l’articolo 50 del Trattato europeo per evitare il no deal.
Ricordiamo che il Parlamento britannico si è espresso contrario anche all’ipotesi di uscire dall’Unione Europea senza un accordo. A questo punto appare come incomprensibile la posizione dei politici britannici: quale proposta sono disponibili a votare?
Il ministro della Brexit, Stephen Barclay, rilancia l’ipotesi di un quarto voto sull’accordo Theresa May – UE, come estrema soluzione per evitare il no deal fissato per il 12 aprile.
In settimana, quindi, potrebbe esserci il quarto voto sull’accordo.
Il capo del partito Labour Jeremy Corbyn ha chiesto che le quattro opzioni appena bocciate siano rivotate una seconda volta, così come è accaduto per l’accordo May-UE.
Il portavoce del Parlamento europeo per la Brexit Guy Verhofstad, a seguito delle votazioni negative in UK ha affermato che “senza intesa è quasi inevitabile” il divorzio senza accordo, il Regno Unito “ha mercoledì l’ultima possibilità di rompere l’impasse o affrontare l’abisso”.
Quest’oggi martedì 2 aprile, si terrà a Londra un Consiglio dei ministri straordinario e probabilmente ad oltranza, in cui la premier Theresa May dovrà trovare una soluzione allo stallo politico in cui si trova un intero paese.
La soluzione deve arrivare entro il 10 aprile, giorno in cui si riunirà il Consiglio europeo straordinario convocato appositamente per risolvere il caso Brexit.
I politici britannici hanno quindi otto giorni per dire all’Unione Europea cosa intendo fare del loro futuro: chiedere un rinvio ulteriore, uscita senza un accordo, approvare l’accordo May-UE con un quarto voto alla Camera dei Comuni.
Oppure dimettersi tutti e andare a nuove elezioni politiche, ma non prima di aver chiesto uno slittamento dell’uscita. Ipotesi che, probabilmente, nessuno avrà il coraggio di prendere in considerazione.
Un rapido aggiornamento sull’andamento della sterlina inglese rispetto all’euro (GBP / EUR).
Ieri pomeriggio 1 aprile un GBP valeva 1,17227 euro, nella serata di ieri il prezzo del pound era sceso a 1,16419 euro. Al momento la coppia GBP / EUR viaggia a 1,16504 euro.
Nei prossimi giorni bisogna attendersi ancora ampie fluttuazioni del prezzo a causa dell’assoluta incertezza politica.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.