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Brexit in Parlamento: oggi si decide il futuro del Regno Unito. Conseguenze devastanti in caso di No Deal

Da:
Alberto Ferrante
Pubblicato: Jan 15, 2019, 10:31 GMT+00:00

Si attende per stasera il voto del Parlamento. Gli analisti ritengono che i deboli sforzi di Theresa May verranno annullati dai partiti di opposizione, ma la conseguenza più probabile sarebbe un No-deal secco e catastrofico. In alternativa, resta ancora possibile un secondo referendum, che May considera antidemocratico.

Brexit

Per Theresa May è il giorno del giudizio: dopo ore molto difficili per la premier, caratterizzate da un’ultima drammatica richiesta di aiuto, il Parlamento si trova adesso a votare l’accordo per l’uscita dall’Unione Europea, consapevole del fatto che in caso di esito negativo il No Deal sarà quasi inevitabile.

Il voto si sarebbe dovuto tenere in data 11 Dicembre 2018, ma era stato rimandato a sorpresa da Theresa May, che sperava di riuscire a guadagnare tempo prezioso per convincere i più scettici.

La Premier britannica ha sottolineato l’importanza della seduta odierna, confessando ancora una volta che il suo deal non è certamente il migliore, ma continua a costituire per il momento l’unico mezzo disponibile per uscire dal’Unione Europea limitando i danni.

L’ala dei brexiteers più euroscettica è stata esortata a votare per l’intesa, in quanto un voto contrario, oltre a vanificare i pochi traguardi raggiunti, potrebbe costringere a un addio forzato e non regolamentato, con tutte le conseguenze negative del caso, in particolare per i lavoratori e le imprese britanniche.

Secondo Theresa May, qualora l’accordo venga respinto, il Parlamento potrebbe però preferire annullare la Brexit, non rispettando di fatto il voto dei cittadini. Un no sarebbe catastrofico per la democrazia, minaccia la premier.

Si respira dunque tensione nel Regno Unito: secondo la maggior parte degli analisti, Theresa May, nonostante i suoi sforzi, non dispone ancora di una maggioranza tale da garantire il successo dell’operazione. Sono troppi, infatti, i partiti di opposizione che ritengono l’accordo una sorta di compromesso vigliacco tra l’interesse del popolo e le richieste dell’Unione Europea.

Osservando la composizione parlamentare, si ritiene che circa un centinaio di rappresentati conservativi, e una decina dei membri del Democratic Unionist Party, possano effettivamente affiancarsi al Labour Party per votare contro l’accordo.

Tuttavia, alcune voci e indiscrezioni rilasciate da fonti vicine, hanno confermato che alcuni brexiteers più conservativi avrebbero deciso di dare fiducia a Theresa May, nonostante non sia stata ancora chiarita la situazione dell’Irlanda del Nord.

Nel caso in cui l’accordo non dovesse venire accettato, la premier avrebbe a disposizione solo tre giorni per ritornare in Parlamento con un piano alternativo. Si ritiene che, in tal caso, Theresa May sarà costretta a recarsi nuovamente a Bruxelles sperando in delle maggiori concessioni. Ma l’Europa non sembra disposta a cedere il passo.

Se anche questo tentativo non dovesse funzionare, è probabile che la proposta di alcuni esponenti del partito conservatore venga accettata, garantendo ai ministri tre settimane per creare un nuovo piano e sottoporlo al parlamento.

In tutti i casi ipotetici fin qui esaminati, resta comunque possibile che, dopo l’eventuale fallimento di oggi, il gruppo sostenuto dai detrattori del Brexit possa spingere per lanciare un secondo referendum volto a saggiare l’effettivo parere del popolo.

E intanto, Jeremy Corbyn, leader dei labouristi, potrebbe inviare una mozione di sfiducia formale nel caso di voto negativo al parlamento, cercando di sciogliere la Camera e spingere verso nuove elezioni.

Sull'Autore

Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.

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