La Borsa di Milano è ai massimi come non mai. Il FTSE MIB chiude il 2019 in bellezza. Ma quali sono le previsioni a Piazza Affari per il 2020?
Anche quest’anno la Borsa di Milano si conferma ai massimi come non accadeva da lungo tempo. Chi ha investito sul FTSE MIB a inizio anno ha guadagnato il 31%, ma se ha investito su società come Azimut, ha guadagnato addirittura il 130%.
Piazza Affari quest’anno è la terza Borsa mondiale dietro solo al Nasdaq (USA) e alla Borsa di Schenzen (Cina). Mentre la politica italiana asfissia gli italiani con le sue indecisioni, litigi e campagne politiche quotidiane, la Borsa Italiana si dissocia da tutto questo e pensa agli affari suoi, anzi, agli affari degli investitori.
Un anno da incorniciare e con prospettive per il 2020 da rivalutare, ed ecco perché.
A causa di alcuni problemi macroeconomici a tutti noi noti (dazi, Brexit, Argentina, ecc.), sin dalla fine del 2017 gli analisti avevano previsto un calo nei rendimenti e un rischio crisi sui mercati in agguato. Tuttavia il 2018 e il 2019 dei mercati finanziari è stato del tutto differente rispetto all’andamento dell’economia reale, confermando quanto da più parti va maturando come un allentamento sostanziale tra i “due mondi”.
Il FTSE MIB nel mese di maggio 2018 raggiungeva il suo record storico di 24.300 e passa punti, poi l’indice è sceso miseramente sotto i 18.500 punti. Quello – era fine dicembre 2018 – è stato il momento buono per comprare e fare un Buon Natale quest’anno. Un ottimo andamento che non capitava dal 1999, quando la Borsa di Milano faceva il 41% in un solo anno. Allora c’era la new economy, i siti web .com considerati come asset su cui investire, ma sappiamo come è andata a finire: bolla.
Ed ora cosa porta su così tanto i titoli italiani?
Il costo del denaro è sotto zero, questo significa che le aziende possono prendere a prestito denaro a costi insignificanti e anche se dovessero avere problemi di insolvenza, restituire gli costerebbe comunque poco. Insomma, le imprese esposte sono più affidabili perché la Banca centrale europea gli ha ridotto il costo del denaro che usano per fare investimenti.
E questo è anche il motivo per cui si investe di più nei titoli azionari, i Titoli di Stato rendono poco o addirittura fanno perdere parte del capitale investito. In Germania i rendimenti dei bund sono sotto zero. I Titoli di Stato non rendono, le Borse sì, e per giunta le grandi imprese staccano dividendi alti e delle volte anche straordinari, come il caso recente di Fca dopo il matrimonio con Psa Groupe. Ma anche Unicredit farà lo stesso. Insomma, il rischio conviene anche perché il mercato è regolamentato.
Ciò che invece molti hanno compreso è che investire in azioni di società e banche non quotate in Borsa, ma presenti su borse secondarie e poco liquide, dove i meccanismi di vendita sono lenti, non conviene. Vedasi Banca Popolare di Bari.
Spinti dall’entusiasmo per un anno 2019 fantastico, rincuorati da un 2018 comunque positivo, la tentazione per chi ha mancato l’appuntamento con il treno dei guadagni sarebbe quella di salirci ora che è in corsa. Ma salire su un treno in corsa è assai rischioso, infatti, bisogna tenere in considerazione quanto segue:
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.