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Banca Europea Investimenti (BEI) sostiene clima: investire in energia pulita

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Fabio Carbone
Pubblicato: Sep 3, 2019, 06:50 GMT+00:00

La Banca Europea Investimenti (BEI) sostiene il clima con un cambio di politica sui finanziamenti che prevede di investire in energia pulita.

Banca Europea Investimenti

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha deciso per una svolta nella politica di sostegno dei progetti beneficiari dei suoi aiuti economici. Dalla fine del 2020 si punterà solo su progetti green e rispettosi dell’ambiente. La BEI, quindi, non sosterrà più economicamente i progetti che riguardano i combustibili fossili, ma si concentrerà solo su quei progetti industriali che hanno a che fare con le nuove tecnologie in grado di avviare processi di de-carbonizzazione. Quindi sì a progetti con mix energetico e volti a far transitare il settore industriale verso altre forme di approvvigionamento energetico, a impatto ambientale ridotto o pari a zero.

La BEI attende l’autorizzazione del Cda

Se ne discuterà il 10 settembre durante la riunione del consiglio di amministrazione della banca, i cui componenti sono i ministri delle finanze dei Paesi membri dell’Unione europea. In questa sede andrà approvato il cambio di politica sugli investimenti.

In ballo ci sono 10 – 12 miliardi di euro all’anno che verrebbero completamente dirottati su progetti di green economy.

Politica di credito allineata all’Accordo di Parigi

La bozza della nuova politica di credito degli investimenti è stata presentata nel mese di luglio scorso e sarà del tutto allineata all’Accordo di Parigi sul clima firmato nel 2015. Un accordo storico a cui aderì anche la Cina, ma non gli Stati Uniti. L’accordo prevedeva una diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra, causa del surriscaldamento climatico.

Obiettivo di quell’accordo contenere l’aumento delle temperatura su tutto il pianeta a non più di un grado e mezzo, per scongiurare una catastrofe climatica globale.

Finanziare le rinnovabili

Le nuove ricerche in campo scientifico e l’applicazione sperimentale di nuove soluzioni per l’approvvigionamento energetico, dimostrano che ci sono più alternative alla produzione di energia. Alcune soluzioni, infatti, consentono la produzione di energia in loco e a impatto zero.

Non solo il fotovoltaico e l’eolico, ma anche lo sfruttamento dell’energia sprigionata dalle maree, l’idroelettrico. Ed ancora le biomasse e l’energia geotermica sprigionata dal sottosuolo di particolari contesti geografici.

L’applicazione integrata, congiunta, di più fonti alternative potrà contribuire a ridurre le emissioni di anidride carbonica in Europa entro il 2050.

La svolta green dell’Europa

Luca Bergamaschi, Ricercatore associato del Programma energia, clima e risorse dell’Istituto affari internazionali (IAI), contattato da Teleborsa, riflette sul fatto che “il 10 settembre segnerà il primo test sulla svolta green del possibile nuovo Governo (italiano). E’ fondamentale che l’Italia giochi un ruolo di primo piano approvando senza esitazioni la proposta della BEI.”

“Se approvata, – prosegue il ricercatore – diventerebbe la politica finanziaria più ambiziosa e allineata all’Accordo di Parigi a livello globale, mandando un segnale politico forte a tutto il mondo della direzione verso cui marcia l’Europa.”

L’Italia e la BEI

La Banca europea per gli Investimenti è parte integrante dell’Unione Europea e dal 1958 eroga finanziamenti agli Stati membri con cui finanzia progetti dei più disparati.

L’Italia è il primo paese beneficiario dei finanziamenti della BEI. Nel corso dei decenni ha ricevuto circa 200 miliardi di investimenti e solo nel 2018 ne ha ricevuti 8,5 miliardi, che rappresentano lo 0,5% del nostro Pil nazionale.

L’Italia, quindi, potrebbe ottenere un grande beneficio dal cambio di politica sugli investimenti da parte della BEI. Le aziende italiane che si occupano di sostenibilità potrebbero ricevere ulteriori finanziamenti, infatti, l’obiettivo è appunto quello di “colmare le lacune negli investimenti in efficienza energetica” e di sostenere lo sviluppo e la diffusione di “nuove tecnologie a basse emissioni di carbonio.”

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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