Il prezzo dell’Oro riduce alcune perdite, ma i tentativi di rialzo restano limitati dal rafforzamento generalizzato del dollaro americano.
Il prezzo dell’Oro sta mostrando segnali di stabilizzazione venerdì, dopo una settimana turbolenta, con il metallo giallo che ha cercato di riprendersi dai forti ribassi iniziali. Nonostante il rimbalzo, i tentativi di rialzo sono ancora limitati, poiché gli investitori sono in attesa della pubblicazione dei dati sull’inflazione negli Stati Uniti, in particolare l’Indice delle Spese per Consumi Personali (PCE), che è un indicatore cruciale per la Federal Reserve.
Nella giornata di giovedì, una revisione al rialzo del Prodotto Interno Lordo (PIL) statunitense del terzo trimestre, unita a dati sulle richieste di disoccupazione inferiori alle attese, ha contribuito a rafforzare la posizione aggressiva della FED per il 2025. Questi sviluppi hanno mantenuto il future del dollaro americano sui massimi di due anni, esercitando pressione al prezzo dell’Oro, che storicamente tende a muoversi inversamente rispetto al dollaro forte.
Il metallo giallo ha guadagnato terreno per il secondo giorno consecutivo, ma la mancanza di slancio rialzista ha limitato i guadagni. I trader sono restii a scommettere contro il dollaro americano, temendo che la pubblicazione dell’inflazione possa modificare le aspettative sui tassi di interesse della FED. I rendimenti obbligazionari USA si sono mantenuti stabili sopra il 4,50%, con un aumento di 40 punti base nelle ultime due settimane, un fattore che rappresenta un ostacolo per il prezzo dell’Oro, in quanto quest’ultimo non offre rendimenti, rendendolo meno attraente rispetto agli asset che pagano interessi.
Riguardo la questione macroeconomica, si prevede che l’inflazione PCE negli Stati Uniti aumenti di 0,2% a novembre su base mensile, con un’accelerazione annua al 2,5%, rispetto al 2,3% di ottobre. L’Indice PCE Core, che esclude i costi più volatili di cibo ed energia, dovrebbe scendere allo 0,2% mensile, ma accelerare a 2,9% annuo rispetto al 2,8% di ottobre.
Al momento della scrittura il prezzo dell’Oro quota 2.603,61 $, in rialzo dello 0,39% ed in pieno tentativo di recuperare le perdite sfruttando il rimbalzo dal supporto chiave dei 2.600 $. Questo livello è il vero punto di svolta poiché una chiusura al di sopra di esso permetterà ai tori di poter riprendere il fiato e cercare di raggiungere almeno la resistenza dei 2.660 $.
Viceversa, una netta chiusura sotto i 2.600 $ darà il via alla continuazione del movimento SHORT iniziato il 12 dicembre, che vedrà il metallo giallo poter raggiungere il minimo di novembre intorno i 2.540 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.