2025 Rischi per i mercati finanziari ecco cosa sapere in anticipo per stimolare la ricerca di nuove opportunità di investimento.
Nel 2025 quali rischi per i mercati finanziari? Dobbiamo attenderci un “Cigno Nero”, oppure sarà l’anno in cui finirà la guerra in Ucraina e ci avvieremo cinicamente verso una normalizzazione dei rapporti con la Russia (in chiave anti-Cina), qualsiasi sia l’esito delle trattative per l’Ucraina?
Cerchiamo qui di delineare qualche scenario senza la pretesa di poter avere ragione o di poter preconizzare chissà quale sciagura finanziaria o, all’opposto, una qualche grandiosa opportunità di “fare tanti soldi” in 12 mesi.
Parleremo invece di alcuni personaggi, società ed eventi che nel corso del 2025 influenzeranno o potrebbero influenzare in modo sensibile i mercati finanziari e più in generale l’economia.
Partiamo subito da Donald Trump, per poi parlare di Nvidia, petrolio e molto altro ancora.
In una intervista a Jim Cramer di Cnbc, riportata in italiano da Milano Finanza, il neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump afferma che sotto la sua guida le borse finanziarie statunitensi viaggeranno alla grande.
Le imprese statunitensi devono aspettarsi una riduzione delle tasse dal 21% al 15%, ma non per quelle società la cui produzione si trova all’estero. Queste ultime continueranno a pagare le tasse al 21%.
L’intelligenza artificiale e le criptovalute saranno al centro degli interessi degli Stati Uniti con la promessa di costituire una riserva di bitcoin, proprio come avviene per l’oro e il petrolio.
Trump, come accennato poco sopra, ha ribadito l’ostilità per quelle società che producono all’estero affermando che per loro le tasse non verranno abbassate. E qui si tocca il tema dei dazi.
Trump ha intenzione di riportare la bilancia commerciale degli Stati Uniti all’attivo, con maggiori esportazioni di prodotti Made in USA e minori importazioni. Questo significa che il mondo si dovrà regolare.
Secondo un report pubblicato da BG Saxo, il dollaro subirà un impatto dalla nuova riorganizzazione dei rapporti con l’estero che Trump ha intenzione di mettere in pratica. Il dollaro, secondo questa visione, potrebbe cedere “del 20% rispetto alle valute short e del 30% rispetto all’oro”.
Ne beneficerebbero le criptovalute, con il mercato che si rivaluterebbe di quattro volte rispetto all’attuale (in termini di capitalizzazione di mercato totale).
Nel frattempo, i BRICS e i loro alleati (Cina, Brasile, Russia, Sudafrica, Iran, ecc.) inizierebbero ad adottare lo yuan digitale come moneta di scambio per le transazioni commerciali svolte tra loro.
Ancora il report di BG Saxo delinea uno scenario possibile per il 2025, ma questa volta riguarda una società in particolare: Nvidia (NVDA).
Nvidia è il maggiore produttore di processori e tecnologia per creare data center in grado di gestire gli “appetiti” degli algoritmi intelligenti. L’intelligenza artificiale, infatti, ha bisogno di enormi capacità di calcolo per raccogliere, catalogare e analizzare dati e per processarli.
Secondo BG Saxo, Nvidia raddoppierà la sua capitalizzazione e si porterà molto al di sopra di Apple (AAPL) diventando la società a maggior capitalizzazione mondiale.
C’è però un alert. A un certo punto gli analisti, e anche gli investitori di buon senso, si renderanno conto che Nvidia non avrà ulteriori margini per crescere a causa di una concorrenza che gli eroderà fette di mercato.
Già nel 2019 c’era chi metteva in guardia dall’alto debito delle imprese cinesi. Nell’ottobre del 2021 ne abbiamo avuto un assaggio con l’inizio della crisi immobiliare in Cina che ha messo a nudo le vulnerabilità di un paese che ha costruito più di ciò che necessita.
Ora la Cina, scrive BG Saxo, si trova in una recessione di bilancio e deve trovare la giusta via per ridurre il debito scansando gli effetti collaterali che qualsiasi cura potrebbe avere sui consumi interni e nelle relazioni commerciali con l’estero (i dazi di Trump e dell’Unione Europea).
La Cina potrebbe scegliere la strada della reflazione, gestendo l’inflazione con iniziative fiscali del valore di diversi trilioni di dollari da pianificare dal 2025 in avanti. La Banca centrale cinese potrebbe dunque mettere soldi nelle tasche dei cinesi per farli acquistare, utilizzando il sistema digitale e-CNY.
Le autorità cinesi potrebbero anche incentivare le aziende a ridurre l’orario di lavoro, con l’obiettivo di lasciare più tempo libero agli operai per spendere denaro.
In tale scenario, i mercati emergenti potrebbero sovraperformare la Cina.
Le stampanti 3D hanno rivoluzionato il modo di stampare prodotti con la possibilità di replicare quasi tutto, comprese parti di ricambio che le aziende non producono più per i propri prodotti fuori produzione.
Ma l’avvento delle biostampanti 3D potrebbe dare nuove impulso al settore, ne beneficerebbero quelle aziende che si occupano di biotecnologia. Secondo il report già citato, infatti, nei prossimi anni potrebbe diventare possibile replicare il cuore umano in laboratorio partendo dalle scansioni del cuore di una persona in attesa di trapianto.
E il cuore sarebbe solo l’inizio, poiché nei tempi avvenire diverrebbe possibile biostampare altri organi.
Un avanzamento del genere potrebbe in breve tempo azzerare le liste d’attesa per i trapianti d’organo e, da un punto di vista etico, azzerare il traffico di organi.
Sotto il profilo finanziario è prevedibile la quotazione in Borsa di numerose società del settore, con la possibilità per gli investitori di partecipare a diverse IPO.
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Ancora il report di BG Saxo prevede per il 2025 lo scioglimento dell’OPEC causato dall’erosione nei consumi di petrolio. Il boom delle auto elettriche sarebbe la causa del crollo nei consumi di petrolio.
Per quanto possa apparire stravagante tale previsione, va detto che la Cina è già adesso il driver principale del passaggio dalle auto a combustione a quelle elettriche. Dati alla mano, in Cina sono state immatricolate 8 milioni di auto elettriche nel 2023 e, a settembre 2024, le auto elettriche hanno quasi raggiunto il 45% delle vendite di auto.
Insomma, mentre nell’UE si alzano barriere alle cinesi e i governi cercano modi per frenare l’elettrico, la più giovane Cina (in termini di età media) sta superando qualsiasi paese nel passaggio all’auto elettrica.
La Cina, in definitiva, sta facendo da apri pista e con il calo dei prezzi delle batterie per le auto elettriche, anche in altre parti del mondo diventerà vantaggioso comprare l’elettrico.
La dinamica in atto andrà a discapito di tutte quelle aziende dell’automotive che non hanno modelli elettrici nella gamma e che non ne stanno progettando. L’Unione Europea è più indietro della Cina su questo.
In tale scenario si inserisce lo scioglimento dell’OPEC.
Più che fantascienza. Già oggi basta leggere i bilanci delle compagnie assicurative per vedere quanto pesano i ristori per catastrofi naturali.
Polonia, Slovacchia, e Connecticut e New York negli Stati Uniti, sono gli eventi più rilevanti da segnalare per il 2024. Senza dimenticare i continui allagamenti in Italia.
Mentre gli eventi catastrofali “biblici” in precedenza erano ritenuti essere centenari o millenari, oggi si potrebbero verificare ogni 10 anni.
Le conseguenze per le compagnie assicurative potrebbero essere nefaste se un assicuratore offrisse polizze con premi troppo bassi. Una catastrofe naturale senza precedenti potrebbe causarle il dissesto economico a causa di riserve di denaro insufficienti e una riassicurazione inadeguata.
Le conseguenze? Non soltanto una caduta a catena dei valori azionari delle società assicurative quotate in Borsa, ma anche una pesante svalutazione del mercato immobiliare (le nostre case) per poter adeguare i prezzi al nuovo scenario.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.